a cura di Giuseppe Morabito – Storicamente viene accettato che l’ultima migliore occasione per un piano di pace tra Israele e l’Autorità palestinese si era presentata nel 2008, quando l’allora primo ministro israeliano Ehud Olmert si disse disposto a cedere territori in Cisgiordania e a consentire ad[…]

MEDIO ORIENTE, conflitti e scenari. Proteiformità o il verdetto è già scritto?

L’ayatollah Khamenei, guida suprema della Repubblica Islamica dell’Iran, attende pazientemente. Il successo dei negoziati tra lo Stato ebraico e Hamas per il rilascio degli israeliani sequestrati convincerà la leadership di Teheran ad astenersi dal compiere un grave attacco quale vendetta per l'eliminazione di Ismail Haniyeh avvenuta a Teheran alcune settimane fa. La visita del capo di stato maggiore americano nella regione, generale Lloyd James Austin, alla vigilia dell’attacco israeliano in Libano, è comunque indice dello stretto coordinamento tra gli Stati Uniti d’America, Israele e gli alleati arabi sunniti, teso a prevenire la diffusione di crisi e l’escalatione verso una guerra totale, con il coinvolgimento diretto dell’Iran. L’articolo di stampa che riportiamo di seguito, a firma del professor Ely Karmon, è stato pubblicato da “Maariv” un’ora dopo l’inizio del massiccio attacco preventivo dell’aeronautica militare israeliana (IAF) contro l’arsenale missilistico di Hezbollah nel Libano meridionale, nella mattinata del 25 agosto. Quest’ultimo è stato un attacco limitato, poiché Hezbollah attraverso il lancio di trecento razzi Katyusha e l’impiego di venti droni contro il nord di Israele, ha cagionato soltanto limitati danni in termini umani così come alle infrastrutture. Tuttavia, nel suo discorso serale l’attacco è stato presentato da Hassan Nasrallah, leader del movimento sciita libanese, nelle forme di «un enorme successo militare», in quanto avrebbe «distrutto parte del territorio israeliano»; egli ha poi concluso annunciando che «l’attacco della vendetta» ha chiuso questo capitolo. Tuttavia, secondo lo stesso Karmon, «è forse troppo presto per ritenere l’attacco preventivo di Israele e la risposta parziale di Hezbollah davvero la fine di questa fase della campagna»