ESTERI, conflitti ed Europa. Francia: la «grandeur» di un presidente apparentemente in difficoltà

Quali sono le reali finalità del recente volontarismo bellicista di Emmanuel Macron? Le sue dichiarazioni relative alla possibilità di «inviare truppe dei Paesi della coalizione occidentale in Ucraina» rispondono a necessità di immagine sul piano politico interno oppure sotto c’è qualcosa d’altro? È indubbio che oggi l’inquilino dell’Eliseo si trovi in difficoltà, sia a causa del pregresso atteggiamento sia nei confronti della NATO (non molto tempo fa affermò infatti che aveva «l’encefalogramma piatto») che dell’Occidente in genere, almeno per quanto concerne il concreto sostegno all’Ucraina in guerra contro gli occupanti russi (finora Parigi ha contribuito per meno di un decimo di Berlino in termini di forniture di aiuti militari a Kiev). Ad avviso di Emmanuel Dupuy, presidente dell’Institut Prospective et Securité en Europe (IPSE), quella di Macron andrebbe interpretata come un’azione propagandistica priva di concreti sviluppi pratici. Su questa conclusione concorda in buona parte Alexandre Del Valle, politologo e saggista esperto di geopolitica e storia contemporanea, mentre se ne discosta Mario Giro, docente di relazioni internazionali, già viceministro degli Affari esteri e autorevole esponente della Comunità di Sant’Egidio. Le loro due diverse letture dei fatti sono state raccolte dai microfoni di insidertrend.it (registrazione audio A617)