VENEZUELA, regime change. Un mandato europeo di arresto per Maduro incrementerebbe la pressione contro i bolivariani al potere

«Sarebbe eccellente se un Paese europeo chiedesse l’ordine di arresto internazionale dei confronti del presidente del Venezuela Nicolás Maduro, così come ha fatto il governo argentino di Javier Milei». Questa la dichiarazione resa all’agenzia giornalistica “Nova” da Tamara Suju, avvocato penalista specializzata nella tutela dei diritti umani e direttrice del Centro Cesla, che ha spesso denunciato le violazioni dei diritti umani nel paese latinoamericano. «Maduro teme la giustizia universale – ha ella proseguito al riguardo -, perché sa che non può controllarla». Nel corso dell’intervista la Suju ha ricordato come Caracas abbia cercato invano tre volte di bloccare le indagini in corso condotte a suo carico dalla Procura generale della Corte penale internazionale (Cpi). «Quando si stringe il cerchio su una persona quelli che si trovano sotto, cercano di sfilarsi, potendo anche arrivare a scaricarlo – ha poi sottolineato, indicando una possibile strategia per un regime change -, si pensi al presidente russo Vladimir Putin, che oggi non più sicuro a spostarsi dove vuole nel mondo. Stiamo cercando di fare in modo che i Paesi europei aderiscano alla causa in corso, diano il loro sostegno e facciano capire che sono testimoni della situazione di violazione dei diritti umani nel Paese. Se non si trova una soluzione alla crisi politica in atto, la vita della leader dell’opposizione venezuelana Maria Corina Machado e di altri 300.000 venezuelani è ogni giorno più a rischio».

Il prossimo 10 gennaio Maduro, qualora non dovesse riconoscere la sconfitta alle elezioni presidenziali che hanno avuto luogo alla fine di luglio (cosa estremamente probabile), si presenterà al parlamento di Caracas per il giuramento del nuovo mandato. «Le autorità bolivariane – aggiunge la Suju – stanno attuando un piano di repressione generalizzata in tutto il paese. Le persone che hanno aderito alla campagna elettorale a sostegno soprattutto di Edmundo Gonzalez Urrutia, l’ex diplomatico che, stando allo scrutinio realizzato dagli oppositori con i dati raccolti da testimoni presenti in quasi tutti i seggi del Paese, avrebbe sconfitto nelle urne Nicolás Maduro, vengono arrestate e intimidite».

Tra i militari venezuelani si registrerebbe grande scontento nei confronti del governo e, ad avviso degli oppositori, la pressione esercitata dalla comunità internazionale su Maduro potrebbe farlo emergere. «Molti militari sono stati arrestati rivela la Suju -, non si sa esattamente quanti, ma tra loro ci sono anche dei graduati. I militari sono consapevoli che sono state rubate le elezioni e che potrebbero essere ritenuti complici di questa frode, tuttavia, i militari non parleranno mai da soli se non percepiranno la pressione esercitata dalla comunità internazionale».

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