Il generale Abdel Fattah al-Burhane, comandante in capo dell’esercito sudanese e principale protagonista del conflitto contro i paramilitari delle Forze di Supporto Rapido (RSF) guidate da Mohamed Hamdane Daglo, ha annunciato un rimpasto di governo e la sostituzione di quattro ministri chiave, tra i quali quelli degli Esteri e della Comunicazione. Una decisione che viene assunta in una fase di intensificazione della guerra civile che dilania il Paese africano dall’aprile 2023, che ha accentuato la grave crisi umanitaria in essere e provocato il più grande spostamento forzato di popolazione al mondo, oltreché la minaccia di carestia. Secondo i dati dell’Onu, i combattimenti e le violenze hanno costretto 120.000 persone ad abbandonare le proprie zone di residenza, mentre l’Organizzazione internazionale per le migrazioni calcola in undici milioni i sudanesi sfollati interni e più di tre milioni i rifugiati che hanno trovato rifugio nei paesi vicini. Il Consiglio di sovranità di transizione che è al potere in Sudan, ha reso noto il cambio dei ministri degli Esteri, dei Media, degli Affari religiosi e del Commercio. Il rimpasto arriva mentre il Sudan attraversa una guerra civile che vede contrapposti l’esercito di Khartoum alle RSF. Il governo sudanese è stato costretto a spostare la propria amministrazione a Port Sudan, città orientale relativamente fuori dalle zone di maggiore combattimento. Il rimpasto ha luogo in un contesto di crescente violenza, in particolare nello stato di al-Jazeera (a sud della capitale) e nella regione del Nord Darfur, nell’estremo ovest, al confine con il Ciad. Il nuovo ministro degli Esteri, Ali Youssef al-Sharif, diplomatico in pensione che in precedenza era stato ambasciatore nella Cina Popolare e in Sud Africa, succede a Hussein Awad Ali, che aveva ricoperto questa carica solo per sette mesi. Il giornalista londinese Khalid Ali Aleisir è stato nominato ministro della Cultura e dei Media, mentre Omar Banfir andrà al dicastero del Commercio e Omar Bakhit agli Affari religiosi.