MOLDAVIA, elezioni presidenziali e referendum sull’UE. L’europeista Maia Sandu in difficolta

Stando alle prime proiezioni di voto registrate in occasione del referendum sull’adesione della Moldavia all’Unione europea la maggioranza dell’elettorato del piccolo Paese subcarpatico nelle urne si sarebbe opposto alla revisione della Carta costituzionale. Si tratta di una consultazione elettorale, che ha avuto luogo il medesimo giorno di quella per il rinnovo della carica di Presidente della Repubblica, che non riveste un valore vincolante ai fini delle scelte politiche in materia, ma che tuttavia possiede un evidente significato sul piano simbolico, poiché è stato un pronunciamento democratico fortemente voluto dall’attuale presidente di orientamento europeista Maia Sandu. Qualora lo spoglio delle schede elettorali confermerà questa tendenza (il No al momento prevale con il 58,1% a fronte del 41,9% del Sì) il processo di adesione di Chişinǎu all’Unione europea verrebbe, se non addirittura rimesso del tutto in discussione, sicuramente rallentato.

Dunque, un clamoroso rovesciamento rispetto al 55% di consensi attribuito dai sondaggisti al «Sì» alla vigilia del voto, aspetto che solleva interrogativi sull’influenza esercitata da Mosca (che nel Paese mantiene un contingente di truppe dell’Armata russa) mediante i suoi innumerevoli asset di guerra ibrida. Pur registrando diversi incidenti e fenomeni di corruzione, la Commissione elettorale ha dichiarato valide le consultazioni, caratterizzate da un’elevata affluenza ai seggi (51,5% degli aventi diritto al voto). Nel primo pomeriggio di lunedì avrà poi luogo la valutazione effettuata degli osservatori dell’Ocse. Per quanto concerne invece le elezioni presidenziali, sempre stando alle prime proiezioni la presidente uscente Maia Sandu, è in testa con il 34,1%, ma per un suo eventuale secondo mandato dovrà attendere i risultati del ballottaggio con il socialista filorusso Alexandr Stoianoglo.

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