ISRAELE, high tech. Il conflitto in corso a Gaza influisce negativamente sugli investimenti

La percezione negativa della guerra in corso nella Striscia di Gaza sta inflluendo negativamente sul volume e l’allocazione degli investimenti diretti alle imprese a elevato tasso di tecnologia. Un  fenomeno, definito da Sharon Wrobel in un articolo pubblicato ieri dal quotidiano “Times of Israel”, come «estremamente preoccupante». Infatti, da una ricerca recentemente condotta da RISE Israel merge che, malgrado i numerosi accordi che prevedono grandi finanziamenti stipulati negli ultimi tre mesi, il settore high tech fatica a raccogliere i fondi necessari al suo ottimale funzionamento. A prima vista le cifre potrebbero trarre in inganno, poiché seppure il volume degli investimenti nelle attività poste in essere dalle imprese israeliane del settore malgrado il conflitto in atto da mesi si sia attestato ai livelli del 2022, la costante contrazione del numero di investitori nel Paese, sia interni che esteri, si configurerebbe addirittura come una minaccia per la sopravvivenza dell’ecosistema locale. Nei tre mesi precedenti le società israeliane a elevata tecnologia hanno attratto 2,8 miliardi di dollari di capitali, quindi durante la fase di crollo degli investimenti conseguente allo scoppio della guerra seguita all’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023. Tuttavia, secondo il rapporto pubblicato da RISE Israel (Start-up Nation Policy Institute, SNPI), nel secondo trimestre la maggior parte dei fondi (il 64% del totale) è stata investita in sole sei imprese hig tech, distorcendo dunque i precedenti segnali di inversione di tendenza e di ripresa relativi all’ecosistema tecnologico israeliano.

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