«La richiesta di cassa integrazione formulata da Acciaierie d’Italia, con numeri così drastici rischia di compromette del tutto il senso di discontinuità che l’amministrazione straordinaria ha provato a dare fin qui, attraverso un dialogo costruttivo e un’interlocuzione abbastanza costante e schietta». Lo affermano Francesco Rizzo e Sasha Colautti a nome dell’l’Esecutivo nazionale confederale di Usb (Unione sindacale di base), intervenuti a seguito del tavolo con i rapprresentanti del Governo che ha avuto luogo presso il Ministero del Lavoro a Roma. «Però oggi con l’avvio di questa procedura si è scelto di bypassare la verifica del contesto e delle condizioni di avvio del piano di ripartenza – essi proseguono -, manca quasi del tutto la discussione sul piano industriale e mancano le garanzie sulla sostenibilità economica per realizzarlo, garanzie che può determinare solo il Governo. Di sicuro dall’amministrazione straordinaria non ci aspettavamo miracoli, ma il livello di incertezza che ci è stato rappresentato al tavolo odierno è troppo alto e dà alla nostra organizzazione sindacale la sensazione che anche la partita sulla vendita al privato prospetti l’ennesimo regalo di stato dove a pagare sono sempre i lavoratori e i cittadini. Per Usb serve che la discussione sui presupposti di realizzazione del piano di rilancio sia seria, per affrontare nel merito, anche nei territori, il quadro complessivo, anche e soprattutto alla luce dell’ultima sentenza della Corte europea. Solo partendo da questo possono esserci le condizioni per condividere percorsi gestiti attraverso gli ammortizzatori sociali; ma anche qui non possiamo accettare i numeri così presentati, che ci sembrano fuori dalla realtà: abbiamo detto chiaramente che vanno ridotti drasticamente e che non può mancare un integrazione salariale importante a tutela del reddito di chi lavora. Riteniamo che i messaggi debbano essere di distensione, di prospettiva e di garanzie vere per il futuro. Questo ci aspettiamo».
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