«Nel vertice ministeriale di oggi abbiamo ribadito con determinazione che per superare l’impasse su cui verte attualmente il tavolo del settore auto, è indispensabile alzare il livello del confronto portandolo alla Presidenza del Consiglio con il coinvolgimento diretto dei vertici di Stellantis». Questo è quanto dichiarato dal segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, a seguito dell’incontro avuto quest’oggi al Ministero dell’Industria e del Made in Italy (Mimit). «Questo passo – ha poi egli proseguito – è fondamentale per costruire una risposta concreta alle difficoltà che affliggono il settore e per garantire un futuro solido e sostenibile ai lavoratori del comparto. Se non riceveremo risposte chiare e rapide nei prossimi giorni insieme alle altre organizzazioni sindacali ci autoconvocheremo, accompagnati dai lavoratori, nelle vicinanze di Palazzo Chigi. Occorre un accordo di sviluppo del settore automotive italiano, ma solo un confronto dove le massime responsabilità devono fare scelte che sono ad oggi non si sono concretizzate. Stellantis ha illustrato gli attuali piani produttivi già conosciuti, che prevedono le cinque auto nuove sulla piattaforma Medium a Melfi tra inizio 2025 e entro il 2026, le due auto nuove di Cassino su piattaforma large nel 2025 e nel 2026, la nuova 500 ibrida a Mirafiori a fine 2025. Riteniamo che il piano di Stellantis alla luce delle forti difficoltà e la gravità riscontrate in termine di volumi deve essere rafforzato con: assegnazione Piattaforma small per modelli di largo consumo; nuovi modelli con obiettivo crescita volumi per saturazione impianti e occupazione; conferma gigafactory di Termoli; impegno e garanzie a sviluppare progettazione e ricerca; impegno a non chiudere stabilimenti; impegno a utilizzare indotto di prossimità. Riteniamo giusta l’azione da esercitare a livello europeo per modificare le penalizzazioni UE su emissioni di CO₂ al fine di evitare gli impatti negativi sulla produzione, oltre la necessità di un fondo specifico europeo su transizione industriale verso le nuove tipologie di produzioni del settore, formazione nuove competenze professionali, infrastrutture. Come è indispensabile considerare il tema della neutralità tecnologica. Abbiamo ribadito al tavolo l’urgenza di un intervento straordinario su ammortizzatori sociali specifici per transizione per evitare ripercussioni occupazionali. È necessario evitare il rischio di 25.000 licenziamenti nel 2025 quantificati per Stellantis e indotto se non si interviene sugli ammortizzatori. Le risorse raccolte da Urso per recuperare le risorse tagliate dal Fondo automotive sono utili ma non sufficienti a ripristinare le dotazioni originarie che per noi doveva essere potenziate e non tagliate, per affrontare sia gli aspetti di sostegno alla domanda che interventi di rafforzamento e sviluppo del settore industriale. Ci è stato comunicato che Il Fondo automotive passerebbe da 200 milioni a 400 milioni per il 2025, con la possibilità di utilizzare anche i fondi residui di circa 240 milioni, rispetto ad un taglio complessivo di 4,5 miliardi. Riteniamo necessari ulteriori interventi di facilitazione su investimenti, riduzione costo energia, contratti di sviluppo condizionati da salvaguardia occupazionale. Infine non ci convince l’ipotesi di ridefinire un nuovo incontro presso il Mimit il 16 dicembre prossimo, per poi verificare successivamente le condizioni per la ratifica di un eventuale accordo. Noi pensiamo che il confronto deve ripartire da subito a Palazzo Chigi, per ottenere concretamente dei risultati in grado di invertire la situazione drammatica che sta attraversando il settore».