AMBIENTE, conferenze sul clima. Roma Climatepride, Bonessio (Avs): «La COP 29 chiama e la Capitale risponde con obiettivi, sfide e prospettive per il clima»

«È iniziata lunedì 11 novembre la COP 29, ventinovesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Anche per questa edizione, come lo scorso anno a Dubai negli Emirati Arabi Uniti, la conferenza è ospitata in un Paese come l’Azerbaijan la cui metà del prodotto interno lordo dipende dal petrolio e dal gas, due delle fonti fossili responsabili delle emissioni climalteranti più diffuse. L’appello dels generale delle Nazioni Unite Guterres è stato chiaro “Non c’è tempo da perdere sulla finanza per il clima. Il mondo deve pagare o l’Umanità ne pagherà il prezzo. La finanza per il clima non è una beneficenza ma un investimento… coloro che cercano di ritardare la fine dei combustibili fossili perderanno.” Purtroppo, dal 2016 a oggi e quindi dagli Accordi di Parigi del 2015 siamo ormai arrivati ad un collasso climatico. Dopo il 2023, il 2024 viene dichiarato l’anno più caldo da quando si misura la temperatura del Pianeta e siamo sulla soglia del limite di 1,5°C considerato come causa di eventi metereologici estremi irreversibili. Lo scorso anno la COP 28 si è conclusa con l’impegno sulla decarbonizzazione dalle fonti fossili, la Cop 27 del 2022 aveva ratificato il fondo loss and damage, per i Paesi in via di sviluppo danneggiati dal fenomeno del cambiamento climatico, più vulnerabili e sprovvisti di strumenti per la mitigazione e il contrasto all’emergenza clima. Oggi, mentre sono in corso i lavori della COP 29, si registra un dato sconcertante, ovvero un aumento del 1,3% delle emissioni climalteranti e la nostra premier prefigura una “diplomazia energetica” confidando soprattutto nella fusione nucleare, come se questa tecnologia fosse già disponibile e in difesa delle fonti fossili. Questa dichiarazione va controcorrente con le proposte e le azioni descritte nel report dell’UNEP (United Nations Environment Programme) Emissions Gap Report 2024  in cui si legge che rispetto al 2019, per non superare il tetto di 1,5°, le emissioni devono scendere entro il 2030 del 42%, mentre per il 2035 la percentuale di diminuzione dovrà aggirarsi intorno al 57% e che un impiego maggiore delle energie rinnovabili quali il fotovoltaico e l’eolico potrebbero  ridurre del 27% le emissioni nel 2030 e del 38% nel 2035. Nel rapporto si citano altre azioni in favore della mitigazione come, per esempio, la protezione delle foreste e della riforestazione, misure volte all’efficienza energetica, elettrificazione e alla riduzione delle fonti fossili per il settore dell’edilizia e dei trasporti. La nostra Amministrazione oltre ad aver aderito con una mozione approvata ad unanimità dall’Assemblea Capitolina, al Trattato per la non proliferazione delle fonti fossili, ha approvato lo scorso mese il “Piano di adattamento climatico di Roma Capitale elaborato dall’Ufficio Clima diretto dal dott. Zanchini. Una strategia che evidenzia interventi su ben 4 priorità: le piogge e le alluvioni, la sicurezza degli approvvigionamenti idrici, le isole di calore e gli impatti dei fenomeni conseguenti al cambiamento climatico sul litorale romano. Non possiamo che augurarci che gli obiettivi fin qui enunciati dalle precedenti COP e quello della “Finanza climatica “, tema centrale della COP 29 sul finanziamento da parte dei Paesi responsabili dell’emergenza climatica ai Paesi danneggiati e più poveri, tali da non permettersi di far fronte ai piani di mitigazione, non siano solo parole ma vere e proprie azioni della politica di tutta la Comunità internazionale e sabato 16 novembre non si potrà mancare alla manifestazione indetta da tutte le associazioni a livello nazionale per urlare con forza che serve un netto cambio di passo elle attuali politiche energetiche». Così Ferdinando Bonessio, presidente del Gruppo Europa Ecologista e consigliere all’Assemblea capitolina.

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