21 dicembre 2024 – Scontri armati tra guerriglia ed esercito algerino si sono verificati nell’instabile regione desertica al confine meridionale dello Stato nordafricano, porta naturale all’Africa saheliana. Diverse operazioni militari sono state recentemente condotte da unità dell’Esercito popolare nazionale (Anp), in particolare dall’11 al 17 dicembre, attività ufficialmente confermate dal Governo di Algeri, che tuttavia non ha confermato la notizia relativa alla morte in combattimento di almeno quindici soldati algerini, mentre una trentina di essi sarebbero stati feriti dai ribelli locali. A venire impegnate nelle operazioni sarebbero state le unità della 4ª Regione militare, inviate in sostegno nella zona alle forze della 6ª Regione militare. Le attività di repressione della guerriglia, che sarebbero state poste in essere su input diretto del capo di stato maggiore della Difesa algerino generale Saïd Chengriha, ad avviso dei ribelli indipendentisti avrebbero comportato gravi conseguenze anche per la popolazioni civile. A Tamanrasset, Bordj Badji Mokhtar e nel Guezzam i distaccamenti dell’Anp avrebbero tratto in arresto complessivamente 515 persone, sequestrando 56 veicoli, 344 generatori di corrente elettrica, oltre ad altri materiali e preziosi, quali oro grezzo e pietre, nonché esplosivi, strumenti di detonazione e attrezzature utilizzate in operazioni illecite di ricerca dell’oro. In particolare, un elemento della ribellione, tale Benkhia Kouali, detto «Khouzaïm» si è consegnato alle autorità militari di Bordj Badji Mokhtar (6ª Regione militare), al momento della sua cattura l’uomo era in possesso di un fucile automatico d’assalto Kalashnikov con relativo munizionamento. Le recenti violenze verificatesi nell’Algeria meridionale, in particolare nelle località di Tinzaouatene, Timiaouine, Bordj Badji Mokhtar e Boughessa, hanno posto in evidenza la resilienza delle pulsioni indipendentiste locali, fonte di instabilità per lo Stato nordafricano del Maghreb.