ALGERIA, elezioni presidenziali. Tebboune rieletto con il 94,65%; astensionismo oltre il 50%

Abdelmadjid Tebboune, presidente algerino uscente e candidato dell’establishment e dei militari, è stato rieletto al suo secondo mandato. Egli ha ricevuto il 94,65% dei voti alle elezioni nel Paese nordafricano sabato 7 settembre. Le fonti ufficiali dello Stato algerino hanno reso noto che al momento della chiusura dei seggi elettorali il tasso medio di partecipazione al voto da parte degli aventi diritto era pari al 48,03%, tuttavia non sono state fornite cifre precise sul numero degli elettori realmente recatisi ai seggi e le stime dell’opposizione oltreché di analisti internazionali indicano invece il superamento della soglia del 50 per cento di astenuti.

I dati ufficiali attribuiscono a Tebboune 5,32 milioni di consensi, ma non indicano le preferenze date dagli altri 5 milioni di elettori, cioè il corrispondente del tasso di partecipazione una volta sottratti i voti andati al presidente rieletto. In ogni caso, i risultati provvisori dovranno ancora essere vagliati e quindi convalidati dal Consiglio costituzionale. Teoricamente, il tasso di partecipazione al voto dovrebbe corrispondere a 24 milioni di elettori registrati su una popolazione di oltre 40 milioni persone. Il candidato dell’opposizione Abdelaali Hassani, del Movimento della Società per la Pace (MSP), ha reso oggi una dichiarazione pubblica mediante la quale denuncia «violazioni» compiute durante le operazioni elettorali, oltre a una asserita manipolazione dei risultati e del tasso di partecipazione a favore del presidente uscente poi risultato rieletto.

Al riguardo, nel comunicato stampa del MSP si definisce «bizzarro» il tasso medio di partecipazione annunciato dalla Commissione elettorale, «basato su sondaggi condotti in diverse regioni». Ad avviso degli analisti della realtà algerina, la partecipazione ha costituito il vero nodo focale del voto alle presidenziali che avrebbe garantito la riconferma di Tebboune alla carica presidenziale, sostenuto dal comandante dell’esercito, generale Saïd Chengriha, e dal suo stato maggiore.

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