AGRICOLTURA, erbicidi. Prandini (Coldiretti): «Glifosato vietato in Italia ed Europa: applicare principio di reciprocità su prodotti in altri paesi»

«Il glifosato viene molto usato in alcuni paesi extraeuropei quando la maturazione dei prodotti non ha un processo naturale, ma in Italia ed Europa questa procedura è vietata, per questo deve essere applicato un principio di reciprocità delle regole». Questo è quanto affermato dal presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, intervenuto nel corso della trasmissione radiofonica “Giù la maschera” condotta da Marcello Foa e trasmessa da Radio 1 Rai ieri, dedicata a Glifosato, agricoltura e pesticidi: è ora di cambiare? «Il fatto di acquistare un prodotto agroalimentare di stagione diventa fondamentale – ha proseguito Prandini -, vuol dire che ha meno trattamenti di carattere chimico e soprattutto si premia un’agricoltura, la nostra, che viene portata avanti a livello di sostenibilità. Siamo l’agricoltura più sostenibile. Dal 2015 a oggi abbiamo diminuito l’utilizzo di agrofarmaci del 43% nelle nostre imprese. Nessun paese al mondo ha fatto quello che hanno fatto i nostri imprenditori. Per questo uno dei dibattiti che abbiamo aperto a livello europeo è quello sulla reciprocità, elemento di garanzia e tutela per i lavoratori e i consumatori. Nel libero mercato le regole che vengono imposte alle nostre imprese agricole devono essere applicate anche a chi importa in Italia da altri paesi e deve così sottostare agli stessi regolamenti».

Ad avviso del presidente di Coldiretti, in diversi paesi extraeuropei «vengono usati nel mondo pesticidi che sono vietati in Europa da più di quarant’anni, il problema è che quando i prodotti partono da questi paesi non dichiarano l’origine. Una delle battaglie che stiamo facendo è proprio quella di estendere l’obbligo dell’origine su tutte le filiere produttive. Su dieci prodotti che vengono analizzati, tra quelli importati da altri paesi, tre hanno sempre tracce di pericolosità e presenza di pesticidi vietati nel contesto europeo. Sui prodotti italiani, invece, siamo vicini allo zero. Il sistema dei controlli cui sono sottoposti i nostri agricoltori non ha eguali a livello mondiale. E questo è una sicurezza per i consumatori. Dobbiamo spingere sull’agricoltura di precisione, resa possibile dalla tecnologia. È necessario stanziare risorse per l’innovazione in agricoltura. L’Italia è il paese con il maggior numero di imprese biologiche nel contesto europeo. Andrebbe riscoperto e insegnato nelle scuole il tema della stagionalità. Se uno acquista un prodotto nella stagione nel quale matura vuol dire che il prodotto è sottoposto a trattamenti minori».

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