AGRICOLTURA, caporalato. AIC: «Servono controlli e percorsi socio-lavorativi per chi denuncia»

«In un contesto caratterizzato da ferite profonde al tessuto sociale e in un momento di cordoglio per il settore agricolo, ribadiamo la nostra disponibilità al dialogo con il Governo sulle misure volte a contrastare l’inaccettabile piaga del caporalato, accogliendo l’invito del Governo a una rafforzata difesa delle imprese agricole oneste». Così Giuseppino Santoianni, presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori sulle dichiarazioni della presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni alla Camera dei Deputati e il question time del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida in Senato, dove sono state illustrate le azioni che il Governo intende intraprendere per il contrasto al caporalato, rese più pressanti in seguito all’attenzione dell’opinione pubblica dopo la morte del bracciante Satnam Singh. «Auspichiamo che i provvedimenti annunciati dal Governo, come l’introduzione di un sistema informativo per la lotta al caporalato – ha proseguito Santoianni -, il rafforzamento dei controlli ispettivi – nel 2023 l’Inps ha annullato oltre 27.000 contratti agricoli per irregolarità e le misure volte alla valorizzazione della rete agricola di qualità possano trovare concreta realizzazione nel percorso legislativo, con particolare riferimento al decreto legge “Agricoltura” all’esame in Senato. Tuttavia, come ci insegna la vicenda di pochi giorni fa, tutto questo non basta, servono maggiori risorse a sostegno dell’applicazione della legge sul caporalato, ma anche l’introduzione di un indice di congruità esteso all’agricoltura e soprattutto un sistema di tutela e garanzia, con un percorso di inserimento socio-lavorativo, per chi vuole denunciare i caporali e tutti coloro che maltrattano i lavoratori. Non possiamo accettare che nel 2024 ci siano ancora braccianti sfruttati e ridotti in condizione di schiavitù nonché morti a causa di tali condizioni».

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