A 318 – CRIMINALITÀ, NAPOLI: GIUSEPPE MISSO RACCONTA SÉ STESSO E LA SUA CITTÀ AI TEMPI DELLA GUERRA DI CAMORRA. Dal libro “I leoni di marmo”, autobiografia romanzata del boss del rione Sanità dei primissimi anni Ottanta, riemergono storie di sangue, lutti e famiglie distrutte

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A 318 – CRIMINALITÀ, NAPOLI: GIUSEPPE MISSO RACCONTA SÉ STESSO E LA SUA CITTÀ AI TEMPI DELLA GUERRA DI CAMORRA. Dal libro “I leoni di marmo”, autobiografia romanzata del boss del rione Sanità dei primissimi anni Ottanta, riemergono storie di sangue, lutti e famiglie distrutte.

E ancora, i miliardi della ricostruzione del terremoto che alimentarono lo scontro tra cutoliani e Nuova famiglia, quindi la politica, così come la visse un malavitoso di spicco; infine il carcere.

È il periodo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, quando il protagonista del racconto cercò di controllare il suo quartiere; insidertrend.it ha ripercorso quegli anni mortiferi assieme a VALTER VECELLIO, giornalista della Rai e direttore di “Notizie radicali”, che si occupò della realtà partenopea seguendo Marco Pannella quando questi fu consigliere comunale a Palazzo San Giacomo.

Misso ha vissuto buona parte della sua esistenza in carcere, dopo la sua effimera «età dell’oro» consumatasi nel breve arco di pochi anni e culminata l’exploit criminale della famosa «rapina del secolo» al Banco dei pegni di Napoli.

Un periodo “da vincente” che verrà interrotto di colpo da un’accusa tanto grave quanto infamante, quella di avere organizzato e portato a compimento la cosiddetta strage del rapido 904, attentato terroristico compiuto il 23 dicembre 1984 che provocò sedici morti. (insidertrend.it – 21 aprile 2021)