DIRITTO DI REPLICA, telefonia e sessismo. La principessa saudita Ruba al-Saud interviene sul caso Paravia-5G

«La censura alla libertà di stampa e di opinione ed il sessismo nei confronti di una professionista donna riportano l’Italia ai secoli bui». A venire contestato è un articolo sull’impatto ambientale della tecnologia di ultima generazione in fase di elaborazione

«Parlo da donna e non come rappresentante della famiglia reale saudita. In un paese democratico come l’Italia, una simile ingiustizia contro una donna e sotto gli occhi di tutti è inaccettabile».

Sono parole di Ruba al-Saud, sostenitrice della onlus Angels, l’Associazione nazionale giovani energie latrici di solidarietà. Ella fa diretto riferimento al caso dell’autrice, produttrice, imprenditrice e artista Benedetta Paravia (Ambasciatore di ANGELS n.d.r.), il cui articolo “Il valore della salute e quello del profitto: il 5G”,  pubblicato sui quotidiani “La Stampa” e “Messaggero Veneto” il 6 Aprile scorso sarebbe stato censurato a seguito di una lettera ritenuta «mistificatoria dell’effettivo contenuto di Paravia» inviata dal parlamentare del Movimento 5 stelle Marco Bella alla direzione della testata.

«Il mio grande rammarico per l’accaduto – ha proseguito Ruba – è dovuto al duplice fatto che ho grande stima di Paravia e che da sempre amo l’Italia ma per ciò che è successo non c’è da essere fieri. Le opinioni in democrazia sono tutte diverse ed ognuna merita il dovuto rispetto, soprattutto se espresse in modo equilibrato e su basi scientifiche, così come lo è stato l’articolo di Paravia, che in molti abbiamo letto e apprezzato».

Nei giorni scorsi l’onorevole Bella ha contattato su messenger la Paravia per tirarsi fuori dalla questione della censura, affermando che le offese contenute nella sua lettera in realtà non fossero dirette a lei.

Tuttavia, ad aggravare la situazione sarebbe stato il fatto che Bella non avrebbe letto a fondo l’articolo criticato, essendo all’oscuro che Paravia avesse citato, tra le altre, l’opinione del premio Nobel Luc Montagnier, il quale parla di «stress ossidativo tra le cause del corona virus».

Secondo la principessa saudita l’intervento del parlamentare pentastellato avrebbe quindi scatenato il turpiloquio di un blogger e dei suoi utenti, nonché «il sessismo» de “Il Foglio” attraverso un articolo «il cui autore ha ritenuto opportuno attribuire la paternità alla “redazione”».

Infine, secondo il convincimento di Ruba e degli Angels, anche TG Leonardo si sarebbe «accodato al trend mistificatorio».

Essi affermano che: «Poiché in molti si sono ribellati all’impossibilità di leggere l’articolo censurato è intervenuta l’Alleanza italiana Stop5G, che in una sua nota ha solidarizzato con l’autrice dell’opinione critica sul taglio degli alberi sani per il 5G censurata dal quotidiano torinese diretto da Maurizio Molinari».

Questa vicenda sta avendo un scia nelle sedi parlamentare e giudiziaria, in quanto sull’episodio sarebbe stata presentata un’interrogazione parlamentare a firma del senatore Saverio De Bonis, che ha inoltre presentato un esposto presso la Procura della Repubblica.

Di seguito viene riportato seguito l’integrale dell’articolo a firma Benedetta Paravia fonte della polemica.

 

Il valore della salute e quello del profitto: il 5G.

Nel 2002 discussi la tesi di laurea in medicina legale e delle assicurazioni dal titolo: “La valutazione del danno alle persone da radiazioni elettromagnetiche. Aspetti giuridici e medico-legali”.

La normativa era scarsa ma già era fondamentale il ruolo delle Istituzioni nella protezione dai campi elettromagnetici e si insisteva sulle precauzioni da adottare prima di acquistare o affittare un immobile.

Il professore mi riconobbe lungimiranza e mi laureai con lustro in Giurisprudenza. Già al tempo gli studi scientifici evidenziavano come i campi elettromagnetici ad alta e bassa frequenza avessero impatto sulla salute umana generando carcinomi, leucemie, alterazioni uditive, oculari e del Dna.

Da allora siamo passati da semplici telefonini di plastica, che servivano solo per comunicare a distanza, a veri e propri smart phone che in molti casi hanno sostituito il nostro cervello.

Mentre in questi giorni il mondo combatte contro un virus che miete fin troppe vittime; silenziosamente e gradualmente, lo stesso mondo si riempie di ripetitori 5G, Italia inclusa.

La tecnologia 5G entra in diversi campi: robotica, intelligenza artificiale, Internet of things e sensoristica, realtà virtuale ed aumentata ed in ogni ambito di applicazione digitale.

Il 5G ha sollevato proteste in ogni parte del mondo per gli effetti sulla salute ed il problema riguarda tutti perché la nuova tecnologia è capillare e prevede il posizionamento di moltissime micro antenne (a Roma ad esempio sono già state posizionate e se ne attende solo l’attivazione).

In molti si sono chiesti: perché proprio in questo periodo nel quale tutti siamo a casa ci si affretta a tagliare alberi in tutta Italia?

Ebbene le foglie degli alberi rappresentano un ostacolo per le onde millimetriche del 5G, come riconoscono anche i gestori telefonici.

I colossi del 5G sono Ericsson, leader incontrastato in Europa e fornitore di rete per TIM; Huawei e Zte in Cina.

Il ruolo di queste ultime è particolarmente importante negli attuali equilibri politico-economici perché a giugno 2019 hanno comunicato di rinunciare ai fornitori statunitensi di microchip e affini… così a Grosseto il 16 marzo 2020 comincia, e viene completato il primo aprile, l’abbattimento di 54 pini giovani e sani in Via Mascagni ed altri 15 risultano in fase di abbattimento. I tagli sono avvenuti durante le restrizioni da Covid-19 e dunque in violazione del DPCM dell’11/3.

A Bergamo, nel piazzale Alpini gli abbattimenti sono datati 20 marzo; 13 marzo per il Parco Fratelli Locatelli; 26 febbraio per il giardino della Prefettura; il 31 gennaio viene completato l’abbattimento di tutti gli alberi di Piazza Dante. A Firenze il 17 febbraio si abbattono 17 pini a Piazza della Vittoria.

I primi di marzo a Roma ci sono abbattimenti su Nomentana, Aurelia e all’ Eur (Piazzale Asia) che si aggiungono ai precedenti abbattimenti di splendidi tigli a Monteverde; mentre ad Ostia a partire da ottobre è stata violata la Riserva di Procoio, tra proteste e manifestazioni dei residenti.

Il 14 marzo il Tribunale di Roma ha posto sotto sequestro la Riserva e ha avviato un’inchiesta.

A Forlì il1 aprile, 36 alberi ad alto fusto vengono abbattuti in viale Gramsci; a Villanterio (PV) il 7 marzo, sono stati tagliati ontani, pioppi e salici lungo 3 Km del fiume Lambro.

A Montegiordano (CS) il 29 marzo vengono abbattuti 115 pini secolari ed ai Giardini Naxos il 31 marzo numerosi eucalipti.

Infine, a Trieste il 30 marzo vengono tagliati via gli alberi di Viale XX Settembre ma l’elenco non è esaustivo, si continua in tutto il paese.

Le motivazioni ufficiali sono sicurezza dei cittadini e malattia degli alberi ma le evidenze che l’eliminazione degli alberi sia connessa alle istallazioni delle antenne 5G provengono, tra le altre fonti, dall’ente britannico per la cartografia statale: nelle 46 pagine sulle pianificazioni geo-spaziali del 5G a titolo di manuale d’uso per autorità locali, si invita a valutare come il segnale del 5G possa essere impattato «identificando tutti gli oggetti significativi in genere con altezza oltre i 4 metri, quali ad esempio statue, monumenti […], alberi di grandi dimensioni e siepi alte», poiché arbusti, foglie e rami devono essere considerati come bloccanti al pari di materia solida.

Ma torniamo al 5G: si tratta di radiofrequenze a onde millimetriche che comportano un’irradiazione permanente e ubiquitaria. La sperimentazione mondiale corrente porta con sé effetti termici e biologici a dir poco inquietanti.

Martin Pall, professore emerito di biochimica e scienze mediche di base all’Università statale di Washington, figura di spicco a livello mondiale, afferma: «Prevedo grandi catastrofi ecologiche e incendi, perché le piante soggette ai campi elettromagnetici sono più infiammabili. Possiamo essere certi che il 5G comporterà un numero di pulsazioni di gran lunga maggiore dei campi elettromagnetici attuali. Si tratterà di pulsazioni particolarmente potenti e rischiose. Potremmo avere vaste epidemie e vedere l’insorgere di quattro tipi di cecità: cataratta, distacco della retina, glaucoma e degenerazione maculare. Ci si aspetta inoltre danni ai reni».

Egli spiega anche il possibile nesso coronavirus-5G focalizzandosi sulla molecola proteica del canale di calcio (Vgcc), le cui eliche agiscono come sensore di tensione ai cambiamenti elettrici attraverso la membrana plasmatica.

È stato dimostrato che le frequenze esacerbino la replicazione virale, la diffusione o la letalità della malattia.

Olle Johansson, massimo esperto delle interrelazioni fra i campi elettromagnetici e gli organismi viventi ha specificato: «5G viene introdotto senza studi anche in America, ma in letteratura esistono 26.000 voci sui rischi: sono preoccupato!»

Ronald Kostoff, della Georgia Institute of Technology, afferma: «Il 5G è il più grande esperimento non etico della storia; è ormai comprovato che il wireless abbassi le difese del sistema immunitario, esponendo a virus e malattie».

Ancora Nasrin Seyhan, direttrice del dipartimento di biofisica della Gazi University di Ankara, ed esperta di protezione dalle radiazioni non ionizzanti afferma: «Le radiazioni a radiofrequenza modulate a impulsi a 900 Mhz causano stress ossidativo su cuore, polmone, testicolo e tessuti epatici».

Lo stress ossidativo è stato di recente indicato dal premio Nobel Luc Montagnier come una delle cause della malattia da coronavirus, tanto da sostenere la crucialità di assumere antiossidanti in questa fase.

Le opinioni di questi scienziati sono la Bibbia di Annalisa Buccieri, referente per il Lazio dell’Alleanza italiana Stop5G, la quale mi riferisce: «Il 5G rappresenta una minaccia di enormi proporzioni per umanità e l’ecosistema. La scienza non è confusa in merito, si è espressa molto chiaramente. Piuttosto la distinzione fondamentale è quella tra scienza pura e scienza che risponde ai conflitti di interesse, come esplicitato nella recente sentenza della Corte d’Appello di Torino nel caso Tim-Romeo».

L’alleanza italiana Stop5G è una rete apartitica e trasversale nata con l’obiettivo di affermare il principio di prevenzione e precauzione, promuovendo azioni sociali e politiche finalizzate alla tutela della salute pubblica drammaticamente minacciata dal “5G Action Plan”, recepito in fase sperimentale dal governo italiano già dal 2017. L’Alleanza appartiene all’Alleanza europea Stop5G.

In Italia 183 Comuni sono ufficialmente Stop 5G e 58 sindaci hanno emanato ordinanze per fermarlo, mentre due Regioni hanno approvato mozioni per la moratoria.

Sempre in Italia i Comuni “bandiera Arancione” Touring hanno l’obbligo di sperimentare il 5G, anche se si parla di offerta commerciale obbligatoria.

Sandra Biglio, presidente dell’Associazione piccoli Comuni, si sta opponendo con forza.

Con il 5G si prevede di coprire tutti gli angoli del pianeta, anche con tecnologia laser, superando ogni possibile gap tra i territori.

Riuscirà il Corona virus ad anteporre il valore della vita e della salute a quello del profitto?

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