SOMALIA, terrorismo jihadista. Strage a Mogadiscio, al-Shabaab rivendica l’attentato

L’azione di oggi segue quella compiuta lo scorso 28 dicembre, nella quale persero la vita almeno novanta persone, ma che Washington non collegò alla eliminazione del generale iraniano Soleimani in Iraq

Il gruppo armato jihadista al-Shabaab ha rivendicato l’attentato compiuto con un autobomba questa mattina nella capitale somala, nel quale sono morte quattro persone e altre quindici sono rimaste ferite.

La strage di oggi, avvenuta nei pressi del parlamento, segue quella dello scorso 28 dicembre, compiuta sempre a Mogadiscio e anche in quel caso rivendicata da al-Shabaab, attentato nel quale persero la vita almeno novanta persone.

A seguito di quell’azione terroristica il comando degli Stati Uniti per l’Africa (US AFRICOM) ha ordinato l’effettuazione di diversi raid aerei contro i miliziani jihadisti nelle località di Qunyo Barrow e Caliyoow Barrow, uccidendone alcune decine.

La rappresaglia di al-Shabaab si era poi concretizzata nell’attacco, compiuto domenica scorsa, contro la base militare di Manda Bay, situata nel Kenya sud-orientale, nel corso del quale è stato ucciso un militare statunitense e due contractors ingaggiati dal Dipartimento della Difesa di Washington.

In risposta, l’US Army ha a sua volta schierato nella base un contingente di truppe appartenente alla Forza di risposta dell’Africa orientale (EARF), che agisce sotto il comando e il controllo della Task Force congiunta per il Corno d’Africa e ha competenza su un vasto spettro di operazioni di natura militare, tra le quali la protezione dei cittadini e delle strutture diplomatiche americane, il sostegno alle operazioni di evacuazione dei non combattenti, l’assistenza umanitaria, le operazioni di soccorso in caso di catastrofe e altre missioni.

L’attacco alla base di Manda Bay, rivendicato successivamente da al-Shabaab, non viene collegato all’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani, comandante della Quds Force delle Guardie rivoluzionarie iraniane, avvenuta alcuni giorni prima nei pressi all’aeroporto internazionale di Baghdad.

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