ECONOMIA, Italia. Cresce l’export: a settembre surplus commerciale a 1,5 miliardi

Nello stesso mese del 2018 era pari a 91 milioni. Cresce l’esportazione di farmaci, prodotti chimici e botanici negli Usa e di beni in pelle e metalli verso la Svizzera. In calo le vendite verso Sud America e Cina

Nello stesso mese del 2018 era pari a 91 milioni. Cresce l’esportazione di farmaci, prodotti chimici e botanici negli Usa e di beni in pelle e metalli verso la Svizzera. In calo le vendite verso Sud America e Cina

Le conclusioni tratte dalla Seles – società attiva nello sviluppo del commercio estero con sede Oriago di Mira – si sintetizzano in un cruciale interrogativo: sarà la bilancia commerciale a salvare l’Italia?

Gli ultimi dati diffusi dall’Istat confermerebbero la tendenza a un consolidamento del saldo positivo, grazie anche alla crescita di esportazioni verso paesi extra Unione europea.

A settembre 2019 il saldo commerciale è risultato superiore a 1,5 miliardi di euro, in forte aumento rispetto ai 91 milioni in più registrati nel settembre del 2018. Dall’inizio dell’anno è in deciso aumento l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici.

Secondo l’Istat, si registrano segnali positivi per l’export verso i paesi extra Unione europea sia in termini congiunturali sia tendenziali.

Su base annua infatti, il marcato aumento delle vendite italiane all’estero è soltanto in parte spiegato dalla differenza nei giorni lavorativi e risulta geograficamente molto concentrato.

La crescita delle esportazioni verso Usa, Svizzera e Giappone spiega infatti oltre il 90% dell’incremento tendenziale complessivo.

Risultano particolarmente dinamiche le esportazioni di prodotti dei comparti farmaceutico, chimico, medicale e botanico verso gli Usa, alle quali si associa la positiva performance delle vendite di prodotti in pelle, metalli di base e metallo (escluse macchine e impianti) in Svizzera.

Al contrario invece, l’export di prodotti italiani verso i paesi della cosiddetta area Mercosur (America meridionale) si è ridotto del 7,9%, quello verso i Paesi aderenti all’Opec del 5,5%, così come le vendite in Cina, registrate in forte contrazione (-2,6%).

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