FRANCIA, proteste. A un anno dalle prime manifestazioni i “gilet gialli” di nuovo in piazza

Scontri e saccheggi nel primo anniversario. Si teme un dicembre di violenze

Estremisti violenti  in piazza, devastati alcuni quartieri della capitale, a essere interessati dai tumulti Place d’Italie, la Bastiglia e Les Halles.

A un anno dalla prima apparizione dei cosiddetti «gilet gialli» le frange più estremiste dei manifestanti, divenute ormai praticamente incontrollabili, monopolizzano la scena di una protesta che va sempre più radicalizzandosi.

Dunque Parigi ha vissuto un nuovo sabato di paura, in attesa del grande sciopero generale proclamato per il prossimo 5 di dicembre, giornata nella quale avrà luogo la manifestazione nazionale contro la riforma delle pensioni.

Una «convergenza delle lotte» che inquieta non poco il governo in carica e il presidente Emmanuel Macron, spaventati dalla prospettiva che a ridosso delle festività natalizie la situazione dal punto di vista dell’ordine pubblico possa degenerare a causa del combinato composto dei tumulti di piazza e gli scioperi nel settore pubblico, in particolare in quello dei trasporti, che potrebbero paralizzare il Paese.

A un anno dalla loro comparsa sulla scena il bilancio sui “gilet gialli” risulta controverso. La loro durissima contestazione ha costretto l’esecutivo a fare un passo indietro sul decreto che avrebbe dovuto aumentare la tassazione sul gasolio, esso è stato infatti ritirato, tuttavia le violenze di piazza non sono cessate.

Se negli ultimi mesi si è assistito a un sensibile ridimensionamento della protesta, ieri era previsto un ritorno di fiamma, principalmente nella capitale.

La partecipazione popolare a i cortei organizzati in provincia – Lione, Bordeaux e Nantes – hanno visto la partecipazione di poche migliaia di manifestanti, ma a Parigi i violenti sono tornati a scontrarsi con le forze dell’ordine.

In serata la prefettura del dipartimento della capitale ha reso noto il numero dei fermati, che sono stati 124, molti meno di quelli dei “picchi” registrati in passato, quando nel corso di alcune manifestazioni di protesta polizia e gendarmeria posero in stato di fermo oltre mille persone.

Fortunatamente nessun ferito, ma il centro cittadino è rimasto blindato e a mezzogiorno sono divampate le violenze.

Una frangia formata da tremila estremisti giunti a Parigi anche da fuori si è staccata  dall’unico corteo autorizzato, che avrebbe dovuto iniziare a sfilare da Place d’Italie, bloccando in seguito il péripherique all’altezza della Porte de Champerret, mentre a Place d’Italie cominciavano gli scontri, con cassonetti in fiamme, vetrine infrante, automobili e motocicli incendiati.

I vigili del fuoco intervenuti per spegnere i roghi, sono stati fatti segno da un fitto lancio di sassi.

Diverse le cariche effettuate dai reparti antisommossa delle forze dell’ordine. Dopo tre ore il prefetto Didier Lallement si è visto costretto a lanciare un appello, rivolto ai manifestanti da radio e televisione: «Chi è in buona fede lasci Place d’Italie – ha esortato -, chiunque lancerà sassi o verrà fermato col volto coperto sarà arrestato».

A questo punto, causa le violenze, la prefettura ha vietato anche la manifestazione di Place d’Italie, dando però così la stura alle violenze degli estremisti “schwarz block”.

I tumulti hanno avuto una coda in serata nella centralissima Les Halles, in quel momento frequentata da parigini a passeggio e turisti, dove l’arresto di un manifestante ha provocato una nuova fase di guerriglia urbana.

Per oggi, domenica, è attesa una seconda giornata di proteste, ma la prefettura ha vietato le manifestazioni negli Champs-Elysées.

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