L’Armata russa avrebbe disattivato le proprie batterie di sistemi anti-aerei e anti-missile S-400 precedentemente schierate a difesa della sua base aerea di Khmeimim, in Siria.
Lo riferisce Debkafile, il portale web israeliano specializzato in informazioni militari e strategiche.
Secondo questo sito – ritenuto vicino al Mossad – la notizia non sarebbe stata né ufficialmente confermata né negata.
Fonti informative alle quali avrebbe attinto asserirebbero che, a oggi, sul territorio siriano non sarebbe più operativo nemmeno un S-400, neppure quelli delle batterie schierate in postazioni avanzate.
Al medesimo riguardo, sempre Debkafile tre mesi fa aveva citato i vertici militari di Damasco riferendo che gli S-400 russi spostati al di fuori dall’importante complesso siriano di Masyaf risultavano «disattivati».
Allora veniva inoltre rilevato che, in quattro anni di attacchi aerei israeliani contro gli obiettivi militari iraniani situati all’interno del Paese arabo dilaniato dalla guerra civile, quegli stessi sistemi non avevano mai ingaggiato con i loro missili i velivoli da combattimento della Israel Air and Space Force (Iasf), seppure – sulla base degli accordi segretamente stipulati dallo Stato ebraico col Cremlino – i piloti dei jet con la stella di Davide abbiano pensato bene di tenersi al di fuori della loro portata utile.
Gli analisti israeliani affermano che le ragioni alla base di tale disattivazione non sarebbero chiari, e potrebbero dipendere forse da imposizioni di natura economica (costi da inserire nel bilancio della Difesa russo) oppure perché Mosca ha venduto talmente tanti S-400 a clienti stranieri al punto da disporne in quantità insufficiente per il proprio sistema di difesa aereo nazionale.
Questa settimana, per la prima volta dal 2015, data dell’avvio dell’intervento militare russo in Siria, un bombardiere strategico statunitense B-52 ha sorvolato Khmeimim prima di dirigersi verso sud lungo la costa siriana e virare a oriente per poi atterrare in una base militare giordana.
Un volo del tutto inusuale che potrebbe avere avuto la funzione di sondare le difese aeree russe in Siria proprio allo scopo di ottenere (o meno) attraverso un’eventuale loro reazione, una conferma riguardo all’effettiva messa in stato di inattività dei potenti sistemi missilistici di Mosca.