Quarant’anni fa una folla di studenti universitari si introdusse all’interno del complesso dell’ambasciata statunitense a Teheran e prese in ostaggio 66 americani, dei quali 26 in servizio nella sede diplomatica.
Alcuni dei sequestrati vennero rilasciati due settimane dopo, mentre gli altri, 52 persone, rimasero prigionieri dei rivoluzionari khomeinisti per 444 giorni, ottenendo il rilascio soltanto il 20 gennaio del 1981.
In seguito gli Usa – a quel tempo alla Casa Bianca c’era il democratico Jimmy Carter – tentarono in vario modo di pervenire alla liberazione dei cittadini americani catturati, anche mediante un blitz militare, tuttavia senza successo.
Nella fallita operazione “Eagle Claw” (nota anche come “Evening Light”) del 24 aprile 1980 perirono otto tra militari dell’Usaf e marines.
A causa di questo disastroso fallimento gli ostaggi sarebbero stati liberati dopo più di un anno e solo grazie a lunghe trattative. Nonostante il presidente americano uscente fosse determinato a liberare gli ostaggi prima della fine del suo mandato, il loro rilascio avvenne solo sotto la presidenza di Ronald Reagan.