La Camera dei Rappresentanti ha formalizzato la procedura di messa in stato d’accusa della più alta carica. Nella storia degli Stati Uniti d’America è la terza volta che accade una cosa del genere.
L’impeachment al presidente Donald Trump rappresenta sicuramente una vittoria dei democratici, tuttavia non vi è dubbio che nel proprio intimo anche qualche repubblicano non soffrirà per questa messa sotto accusa.
Il voto dell’assemblea ha riflesso in larga parte le indicazioni dei due maggiori partiti, infatti 232 sono risultati i favorevoli e 196 i contrari.
I due rappresentanti democratici che non hanno votato in linea con il loro partito sono Collin Peterson del Minnesota e Jeff Van Drew del New Jersey, si tratta di distretti elettorali dove Trump si affermò nel 2016.
Prende dunque avvio un procedimento che potrebbe condurre all’impeachment del 45º presidente degli Stati Uniti d’America, insediatosi alla Casa Bianca il 20 gennaio del 2017.
Tutto si incentra sul cosiddetto «ucraniagate», cioè dalle pressioni esercitate da Trump nel corso di un suo colloquio telefonico col presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel quale il presidente americano avrebbe rivolto al primo la richiesta di svolgere indagini a carico di Joe Biden – suo avversario politico – e sul figlio di quest’ultimo, Robert Hunter Biden, abusando, secondo la tesi formulata dall’accusa, del proprio potere a fini personali.
«È un giorno triste – ha commentato la portavoce del Congresso Nancy Pelosi -, nessuno vorrebbe andare alla Camera dei Rappresentanti per incriminare un presidente».
Il risultato del voto di espresso ieri a Washington stabilisce le regole che disciplineranno la fase pubblica dell’inchiesta, che nell’arco di un paio di settimane si concretizzerà in un dibattito politico, in seguito, il voto sull’impeachment potrebbe collocarsi in una data entro la fine dell’anno.
L’indagine rappresenta un vero e proprio macigno sulla prossima campagna elettorale di Trump per le presidenziali del novembre 2020, questo anche alla luce del sentimento popolare negativo nei suoi confronti registrato nei recenti sondaggi.
«Si tratta della più grande caccia alle streghe della storia americana», ha protestato il presidente-tycoon su Twitter, mentre i repubblicani accusano i democratici di voler sovvertire con l’impeachment il risultato delle elezioni 2016.
La portavoce della Casa Bianca Stephanie Grisham ha definito questo processo «ingiusto, incostituzionale e fondamentalmente non americano».
Se la Camera dei Rappresentanti voterà a favore dell’impeachment la procedura verrà trasferita al Senato, organo attualmente controllato da una maggioranza di rappresentanti del partito repubblicano, e lì avrà luogo il vero e proprio processo al presidente degli Stati Uniti d’America.