Prima presa di contatto del nuovo governo giallo-rosso con la crisi di Campione d’Italia, il viceministro dell’Interno Matteo Mauri è giunto di recente a Campione d’Italia, dove, nel palazzo del municipio, ha incontrato il commissario straordinario Giorgio Zanzi, i sindacati e i rappresentanti delle autorità locali ticinesi.
Lo riferisce la televisione della Svizzera italiana, che in un suo servizio dell’11 ottobre scorso ha trattato i diversi i temi controversi, a partire dalla possibile riapertura della casa da gioco (il casinò), dalla quale dipende l’intera comunità campionese, ma che attualmente permane un enigma irrisolto.
Numerosi i problemi urgenti da risolvere, come quello costituito dall’estensione dell’unione doganale europea al territorio dell’enclave, destinata a creare non poche complicazioni, prima su tutte quelle relative all’Iva (aliquota 23% in Italia e 7,7% nella Confederazione elvetica) e degli eventuali controlli doganali che potrebbero rendersi necessari.
Inoltre la pesante situazione debitoria nei confronti del cantone e dei comuni ticinesi, pari a circa cinque milioni di euro, che mette a rischio l’erogazione dei servizi essenziali – rifiuti, depurazione acque, gestione delle immatricolazioni dei veicoli, copertura sanitaria – agli abitanti di Campione.
Infine la questione delle decine di dipendenti comunali che non percepiscono le loro retribuzioni da mesi.
Le due ore della visita del rappresentante del Viminale potrebbero – almeno – venire interpretate come un segnale lanciato da Roma alla luce dei cambiamenti nel frattempo intervenuti a Palazzo Chigi.