CRISI ROJAVA. L’accordo siriano-curdo mediato dalla Russia ristabilisce, in parte, l’equilibrio sul campo

Il ritiro totale delle truppe statunitensi dal Rojava ha visto la Russia di Vladimir Putin, muoversi subito per facilitare gli accordi tra curdi e siriani, al fine di porre un limite all’operazione militare turca.

I soldati governativi siriani hanno già raggiunto le città di Kobani, Manbij e Raqqa tenute dai curdi, proprio mentre le truppe turche erano pronte a muoversi contro quegli obiettivi considerati strategici.

L’accordo è stato raggiunto dai leader curdi delle forze di difesa siriane (SDF) con funzionari del regime di Assad presso il centro di comando russo nella base aerea di Khmeimim, nei pressi di Latakia.

Persa la protezione degli Stati Uniti, i curdi hanno accettato di abbandonare l’idea di uno stato indipendente per accontentarsi di uno status autonomo per loro province nord-orientali del Rojava, in cambio l’esercito di Bashir Assad ha assunto la difesa delle città, all’interno dei confini siriani, che i turchi avrebbero potuto facilmente occupare.

Un accordo che in parte ristabilisce l’equilibrio sul campo, ma per raggiungere il quale sono state messe da parte alcune questioni importanti:

I confini delle zone governate dai curdi;

il futuro delle SDF, le forze di difesa democratiche curdo siriane;

la natura del governo autonomo curdo e le relazioni con il governo di Damasco.

FINO A DOVE PUO’ SPINGERSI LA RUSSIA

Rimane anche da valutare fino in fondo l’atteggiamento politico della Russia, la quale con Turchia e Iran costituisce il “trio di Astana”, le tre nazioni che si sono assunte l’onere di guidare l’iniziativa politica e militare per sconfiggere le milizie terroriste nell’area e risolvere la guerra civile siriana.

Alcuni dubbi sulla nuova alleanza Siria-SDF mediata dai russi, risultano poi evidenti sul piano militare:

L’esercito siriano è in grado di affrontare un conflitto su larga scala con l’esercito turco che gode di una vistosa superiorità aerea?

Fino a che punto la Russia può spingersi ad appoggiare la Siria senza rischiare un grave scontro militare con la Turchia?

Nel frattempo, Putin può vantarsi di aver raggiunto l’obiettivo primario del suo intervento nel conflitto siriano: ripristinare i confini del Paese e restituire piena centralità al regime di Bashir Assad.

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