I tunisini tornano alle urne per il ballottaggio delle elezioni presidenziali. I due candidati, che si contendono la carica rimasta vacante dopo la scomparsa di Mohammed Beji Caid Essebsi, vengono considerati degli outsider: il giurista sessantunenne Kaïs Saïed e il magnate dei media Nabil Karoui.
Si tratta di una fase cruciale per il lungo processo di transizione del Paese nordafricano iniziato nel 2011 con la deposizione da parte della piazza dell’autocrate Ben Ali, deceduto in esilio in Arabia Saudita lo scorso settembre.
Sullo sfondo la crisi economica nella quale si dibatte il Paese, aggravata dal terrorismo, che ha duramente colpito il settore turistico abbattendone così le entrate. La Tunisia soffre a causa dello sforzo profuso per mantenere gli impegni assunti con il Fondo monetario internazionale, che si sono riflessi direttamente sulle condizioni di vita della popolazione.
Il prodotto interno lordo nel 2018 aveva iniziato a ricrescere a un tasso del 2,5%, incremento derivante dal settore turistico, una voce fondamentale dell’economia tunisina che tuttavia risente negativamente del fenomeno terroristico jihadista.
Per il 2019 lo stesso Fondo monetario internazionale stima il Pil del Paese nordafricano ancora in crescita, ma con una flessione dello 0,5 per cento, questo a fronte di elevato tasso di disoccupazione, in particolare tra le fasce più giovani della popolazione, dove ha raggiunto il picco del 30 per cento.
L’inflazione è al 6,7%, un tasso che si prevede mantenersi sostanzialmente stabile nel breve periodo per poi decrescere nel 2020, nel Paese si registra comunque un forte incremento dei prezzi dei prodotti alimentari di base.
Una fase delicata, quella attualmente attraversata dal Paese nordafricano, poiché la sua transizione alla democrazia non è ancora completa. Comunque, la Tunisia è l’unico paese del mondo arabo ad aver mantenuto con tenacia, malgrado le enormi difficoltà e gli ostacoli, la speranza in una prospettiva di democrazia.
Nella precedente tornata, nei 13.000 seggi distribuiti su tutto il territorio nazionale l’affluenza era stata bassa, pari al 45% del totale degli aventi diritto al voto.
Si pensa ai nuovi equilibri politici nel Paese in conseguenza dei risultati che hanno visto l’affermazione alle consultazioni politiche del partito islamista en-Nahda, seguito dal partito del tychoon Karoui e quindi da una partito «contenitore» che aggrega in una lista elettorale una galassia di formazioni di orientamento islamista.
Karoui, proprietario dell’emittente televisiva “Nessma TV”, personaggio con interessi economici in Francia e nel Golfo Persico, era stato arrestato il 23 agosto sulla base di una denuncia per frode ed evasione fiscale sporta tre anni prima dall’organizzazione “I Watch”, atto che ne aveva conseguentemente provocato la detenzione nel carcere di El Mornaguia.