A poco più di un anno dal voto nel novembre 2020, il procedimento di impeachment nei confronti di Trump apre ad uno scenario ricco di possibili colpi di scena, accompagnato da qualche piccola certezza.
La prima certezza: qualunque elettore statunitense voglia farsi un’opinione sull’impeachment, tenderà a piegarlo al giudizio che ha già consolidato su Trump.
La seconda: in virtù di ciò, i democratici rafforzeranno il loro giudizio negativo sul presidente, mentre i repubblicani – volenti o nolenti – faranno quadrato.
La terza: il partito democratico, già oggi diviso tra pro Biden e anti Biden, ne uscirà ancor più diviso nella lunga corsa delle Primarie.
Ed ora vediamo i possibili colpi di scena e alcune possibili conseguenze.
Joe Biden, è l’altro uomo che l’indagine sulla questione Ucraina, ha coinvolto. Nei sondaggi, fino allo scorso settembre, il moderato Joe Biden vantava una decina di punti su Elizabeth Warren. Oggi il distacco è ridotto solo ad una manciata di punti.
La messa in stato di accusa di Trump è dunque la prima vittoria degli oppositori a Biden. Se quest’ultimo uscirà di scena, la senatrice del Massachusetts, nota per le sue posizioni contro le lobby finanziarie, farà slittare a sinistra il partito democratico.
La corsa alla Casa Bianca, rende determinanti i voti dei moderati senza partito e un candidato/a liberal opposto a Trump, comporterà l’invito a “turarsi il naso” e votare il candidato che appaia il meno peggio agli occhi di questo segmento di elettori.
Un partito democratico con un programma dettato dalla sua ala sinistra farebbe la gioia di Trump, perfettamente a suo agio contro avversari che potrà definire “socialisti”. Un accusa infamante per un importante fetta di elettori statunitensi.