Ieri mattina all’alba un’esplosione ha provocato un incendio nella raffineria dell’Eni di Sannazzaro de’ Burgondi, nella Lomellina, in provincia di Pavia. L’incidente non ha provocato feriti e la situazione è stata riportata sotto controllo dalle diverse squadre dei Vigili del fuoco accorse sul posto coadiuvate dalle squadre antincendio della sicurezza in servizio presso l’impianto.
Alle ore sei e quarantacinque del mattino un boato ha squarciato l’aria, poi si sono sprigionate alte le fiamme, che hanno prodotto una colonna di fumo visibile da molti chilometri di distanza, fumo che ha reso l’aria irrespirabile.
«Abbiamo attivato le procedure interne comunali (PEC). È stato attivato l’allarme interno Eni e ora sta rientrando. Nessun ferito, tutto sotto controllo. Vi terremo aggiornati». Questo l’avviso diramato dal comune di Sannazzarro de’ Burgondi.
L’incendio è rimasto circoscritto soltanto a una parte di una linea dell’impianto di gassificazione e non ha avuto fortunatamente conseguenze per gli addetti che in quel momento vi si trovavano al lavoro.
Secondo un comunicato stampa diffuso dal Gruppo di Piazza Mattei nella prima mattinata, l’evento avrebbe generato «una certa fumosità» esauritasi nell’arco di dieci minuti, quindi, «verificate le condizioni di sicurezza, l’allarme è cessato dopo circa un’ora».
Successivamente sono iniziate le valutazioni per la quantificazione dei danni, poi la raffineria ha ripreso la sua regolare attività, tuttavia non sono state rese note le cause del sinistro.
Si tratta del quarto grave incidente verificatosi in quella raffineria a partire dal 2016, quando un incendio divampò per ore, sinistro seguito da un altro nel 2017. Una serie di incidenti verificatisi a poca distanza l’uno dall’altro che farebbero ritenere che l’impianto di raffinazione – vecchio, e che in molti hanno chiesto di chiudere o ammodernare – non sia del tutto sicuro.