CULTURA, xente veneta. Francesco Morosini, 400 anni dalla nascita del condottiero e doge

Domani al MiBAC presentazione del programma delle celebrazioni in onore del «Peloponnesiaco» e della mostra “Francesco Morosini in guerra a Candia e in Morea”, che verrà allestita in collaborazione con la Guardia di Finanza a Palazzo Corner Mocenigo di Venezia

Morosini Francesco, venexian de Campo Santa Marina, venne alla luce quattrocento anni fa il 26 febbraio 1619. Di agiata famiglia, da giovane entrò nella flotta della Serenissima su un galea comandata da suo cugino Pietro Badoer, che negli anni Trenta del XVII Secolo era ammiraglio a Candia.

Da allora la sua vita fu praticamente tutta spesa alle armi, in particolare a combattere i Turchi nel Mar Egeo o laddove era necessario.

Divenne ben presto un grande condottiero e stratega navale, un capo capace di galvanizzare le proprie truppe anche nei momenti più critici di una battaglia. Come quando assieme ai suoi Fanti da Mar difese strenuamente Candia, che per ben ventitré anni venne assediata dalle truppe del sultano, col quale Venezia era in guerra dal 1644.

Mentovato anche con l’appellativo di «Peloponnesiaco», nel 1687 riuscì a porre la vasta regione meridionale dell’attuale Grecia quasi interamente sotto il dominio della Serenissima. Infatti, di quel Peloponneso che i veneziani chiamavano «Morea» restarono fuori dal suo controllo soltanto Malvasia e Mistrà.

Quello stesso anno tentò poi la riconquista di Eubea (la Negroponte veneziana perduta nel 1470), di importanza strategica assieme all’intero stretto di Patrasso ai fini del controllo dell’accesso dal Mare Ionio alle acque dell’Egeo.

Tuttavia, il Senato della Serenissima gli ordinò di conquistare Atene, un’impresa impossibile poiché si trovava in un territorio totalmente controllato dal nemico.

Egli, comunque, eseguì egualmente l’ordine ricevuto e, durante l’assedio della città, dalla mattina del 25 settembre fino alla sera del 26 fece fare continuamente fuoco con i mortai, finché un colpo andò a segno sulla polveriera che gli ottomani avevano disposto all’interno dell’Acropoli, nel Partenone. Il tetto dello storico monumento ateniese crollo, distruggendo parzialmente il resto del tempio.

Non gli valse però la vittoria, poiché i veneziani lasciarono l’Attica dopo tre mesi di assedio.

Nominato quattro volte Capitano generale da mare, una volta tornato in patria, nel 1688 venne eletto alla massima carica della Repubblica Serenissima che ricoprì fino al giorno della sua morte avvenuta il 6 gennaio 1694.

Tuttavia, il Doge Francesco Morosini i suoi giorni li finì lontano dai canali della sua laguna, poiché ammalatosi morì a Nauplia, nel Peloponneso, dove nella chiesa di Sant’Antonio riposano i suoi organi interni. Il resto delle sue spoglie mortali venne poi trasportato nella chiesa di Santo Stefano a Venezia.

A quattrocento anni dalla sua nascita, domani, 9 luglio, presso la Sala Spadolini del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in Via del Collegio Romano 27, avrà luogo la conferenza stampa di presentazione delle celebrazioni in suo onore, oltreché della mostra “Francesco Morosini in guerra a Candia e in Morea”.

Quest’ultima verrà aperta al pubblico dal 12 luglio al 5 novembre a Palazzo Corner Mocenigo, a Venezia, l’edificio attualmente sede del Comando Regionale Veneto della Guardia di Finanza.

La presentazione di domani verrà aperta dall’intervento del generale Bruno Buratti (Comandante Interregionale dell’Italia Nord-Orientale della Guardia di Finanza), cui seguiranno quelli della dottoressa Giovanna Giubbini (Direttore dell’Archivio di Stato di Venezia) e dell’architetto Fiorenzo Meneghelli (Presidente dell’Istituto Italiano dei Castelli, sezione Veneto), infine concluderà il ministro per i Beni e le Attività culturali Alberto Bonisoli.

La mostra, che si inserisce nel quadro delle iniziative promosse dal comitato costituito dai maggiori enti culturali e dalle Istituzioni venete, prevede anche l’esposizione un prezioso ciclo di tele settecentesche restaurate per l’occasione, oltre a cimeli e documenti di pregio dal valore storico mai esposti al pubblico che verranno messi a disposizione sia da soggetti pubblici che privati.

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