UNIONE EUROPEA, nomine ai vertici. Tutto come previsto: si impone «l’asse franco-tedesco»

Sostanziale continuità a Bruxelles, la “dura” tedesca Von der Leyen alla presidenza della Commissione, la ex direttrice del Fmi alla guida della Bce e David Sassoli alla presidenza del Parlamento europeo

Secondo sovranisti e “antisistema” tutto sarebbe dovuto cambiare in Europa ma alla fine non è cambiato praticamente quasi nulla, la maggioranza resta nelle mani delle aggregazioni politiche tradizionali (che con ogni probabilità formeranno una coalizione «jumbo» composta da socialdemocratici, popolari e verdi).

Si conclude dunque il mandato del lussemburghese Jean-Claude Juncker, ai vertici di Bruxelles si affacciano adesso personaggi meno flessibili di quelli che c’erano prima, coma la “dura” Ursula Von der Leyen, che nel 2015 dimostrò tutta la sua spietatezza nei confronti della Grecia.

Vediamo nomi e incarichi: la Von der Leyen ha ottenuto la presidenza della Commissione europea (è lei a succedere a Juncker dopo la bocciatura di Frans Timmermans), mentre la «rigorista» ex direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde da novembre sarà al vertice della Banca centrale europea (succederà a Mario Draghi), il liberale belga Charles Michel è stato eletto alla Presidenza del Consiglio europeo e il socialista spagnolo Josep Borrel Alto Rappresentante europeo per la Politica estera.

L’italiano David Sassoli, del Partito Democratico, è invece passato al secondo scrutinio con voto a maggioranza semplice e quindi adesso è il nuovo Presidente del Parlamento europeo (sostituisce un altro italiano, Antonio Tajani, di Forza Italia).

Le reazioni: secondo il Vicepresidente del Consiglio dei ministri italiano Matteo Salvini, «questo asse franco-tedesco che si spartisce le poltrone ci vedrà comunque presenti come italiani».

In fondo anche il presidente francese Emmanuel Macron si è espresso (ma nel suo caso con soddisfazione) riguardo a «nomi frutto dell’asse franco-tedesco».

Ora con questi vertici si dovranno fare i conti, a cominciare (per gli italiani) dall’apertura di una procedura per deficit eccessivo, che si vorrebbe evitare per non far cadere il Governo Conte e aprire così la strada a elezioni politiche nel Paese, che vedrebbero la Lega lanciata verso il trionfo nelle urne.

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