CULTURA, ciclismo. Generazione Peter Sagan, una rivoluzione su due ruote

Nell’ultimo libro di Giacomo Pellizzari edito da 66ndA2ND e in vendita dall’11 luglio, gregari e «crimpeur» di un tempo non esisterebbero più, infatti, i nuovi ciclisti sono certamente edonistici. Un segno dei tempi che trova un paradigma nel campione slovacco

Un luogo comune recita che a calcio, basket o tennis puoi giocare, ma nel ciclismo devi soffrire. La bicicletta è una cosa seria e ha regole severe, impietose: bisogna fare fatica, sputare sangue, arrivare al traguardo preferibilmente esanimi. Eppure, da qualche anno, sul palcoscenico mondiale delle due ruote ha fatto la sua comparsa uno strano personaggio, in grado di ribaltare i canoni.

Porta barba e capelli lunghi, ha l’aria rilassata anche dopo centinaia di chilometri macinati masticando polvere. È Peter Sagan. Un campione vero ma anche un tipo molto cool, uno che sa divertirsi e rifiuta istintivamente il mito della sofferenza in bici. Proprio questo lasciarsi dietro le spalle l’immaginario doloroso e nostalgico del ciclismo è forse la chiave del suo straordinario successo, anche fuori dai confini della disciplina.

In Generazione Peter Sagan Giacomo Pellizzari parte da questa figura rivoluzionaria per compiere un viaggio spericolato e appassionante dentro il ciclismo di oggi, raccontandoci come è cambiato negli ultimi dieci anni, tanto per i professionisti quanto per gli amatori.

Dai social media, dove scopriamo quanto il ciclismo sia diventato uno “sport da selfie”, sorprendentemente divertente e aggregante, al ciclismo “connesso” dei device e delle nuove app, fino alle cifre astronomiche che si possono spendere per un outfit sempre più trendy, c’è tutto un mondo – nuovo e coinvolgente – oltre quella gloriosa salita da piangere. Perché pure al ciclismo possiamo, dobbiamo giocare.

Collana Vite inattese, 160 pagine, prezzo euro15

 

Giacomo Pellizzari è giornalista sportivo e scrittore. È stato direttore editoriale di Bike Channel, canale di Sky dedicato al mondo a due ruote. Scrive per la rivista «Cyclist» Italia e collabora con numerose testate, tra cui l’americana «Peloton» magazine.

Il suo blog, Confessioni di un ciclista pericoloso, è uno dei più seguiti dagli appassionati della disciplina. Tra i suoi libri, Storia e geografia del Giro d’Italia (2017) e Gli italiani al Tour de France (2018). Sua la voce «Giro d’Italia» nell’edizione 2017 del Libro dell’anno Treccani.

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