Essa è il frutto di una inizativa de Il Cigno Arte, assunta in collaborazione con la Fondazione Luciano Ventrone e Miranda Gibilisco e la Galleria Stefano Forni. Racchiude i dipinti di Luciano Ventrone, oltre ad alcune opere di suo figlio Massimiliano Ventrone e di due allieve del grande maestro, Ilaria Morganti e Tatsiana Naumčić.
TRIPUDIO DI COLORI
Cesti di frutta, uva e foglie di vite, mele, cachi, limoni, arance, mandarini, e poi ancora zucche, aglio, frutta secca, ma anche singoli melograni o angurie a pezzi, realizzati sulla tela per lo più in olio su tecnica mista: un tripudio di colori nelle venticinque nature morte di Ventrone, definito dallo storico dell’arte Federico Zeri il «Caravaggio del XX secolo», esposte nei Musei di San Salvatore in Lauro. «Ventrone viene sempre più riconosciuto come un grandissimo maestro del Novecento, però a mio parere è molto di più – afferma Giordano Bruno Guerri – , perché quello che ha fatto lui, non esiste in tutta la storia della pittura mondiale: la veridicità di quello che raffigura, i cesti di frutta, qualunque cosa dipinga, è qualcosa che va ben oltre il realismo e fa percepire l’anima delle cose; lui ci entra dentro e te la mette sotto gli occhi. È un incanto assoluto».
TUTTI I TEMI DELL’ARTE CONTEMPORANEA
Luciano Ventrone (Roma, 1942-Collelongo, 2021) affronta tutti i temi dell’arte contemporanea sino ad approdare al “realismo”. Nel 1983 un articolo scritto da Antonello Trombadori su L’Europeo induce Federico Zeri ad interessarsi dell’artista suggerendogli di affrontare il tema delle nature morte; è qui che inizia la lunga ricerca sui vari aspetti della natura, catturando particolari sempre più dettagliati e quasi invisibili a «occhi bombardati da milioni di immagini» quali sono quelli degli esseri umani della nostra epoca.
TUTTO NASCE AL MART
«L’idea della mostra “Luciano Ventrone e la sua scuola parte da lontano – testimonia Lorenzo Zichichi, de “Il Cigno Arte” –, essa prende infatti vita da un percorso espositivo iniziato nel 2020 al Mart, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, dove si è svolto un confronto tra le opere dei Caravaggeschi e Ventrone; poi prosegue in altre sedi espositive come ad Erice nel 2021, all’Istituto Wigner – San Francesco e al Polo museale “Antonio Cordici”, mettendo a confronto le opere di de Chirico e quelle di Ventrone; fino poi ad arrivare a Roma nel 2022, nei Musei di San Salvatore in Lauro, col dialogo di Ventrone con le opere di Guttuso, Guccione, de Conciliis».
LE RADICI LONTANE DI UN’IDEA
«E infine – prosegue al riguardo Zichichi – è nata l’idea di realizzare una grande esposizione dedicata a Ventrone al Vittoriale degli Italiani, che è tutt’ora in corso, in parallelo con l’allestimento a Roma, entrambe curate da Giordano Bruno Guerri. Questa mostra vuole evidenziare come l’arte di Ventrone abbia ispirato una generazione di artisti, tra cui molti che hanno seguito la sua strada, sia nel figurativo, come Tatsiana Naumčić e Ilaria Morganti, sia nell’astratto, come Massimiliano Ventrone, suo figlio. La sua straordinaria capacità creativa ha suscitato una forte emulazione, dando vita a percorsi artistici diversificati, tutti però segnati dalla sua influenza. In questo modo, la mostra non solo racconta il percorso di Luciano Ventrone, ma anche di chi lo ha seguito».
L’ECLETTISMO DELL’ARTISTA
Saranno allestite nei Musei di San Salvatore in Lauro alcune opere realizzate con tecnica mista da Massimiliano Ventrone. “Arcobaleno senza colori”, “Asdrubale”, “Il circo”, “Blade Runner” sono alcuni dei dipinti più interessanti. Nato a Catania nel 1972, Massimiliano Ventrone vive e lavora a Roma; eclettico artista, musicista, compositore, produttore di colonne sonore e musica elettronica d’atmosfera, nel campo visuale ha lavorato con opere di visual art al computer legate al ritmo musicale. E’ in primo luogo un pittore che proviene da una consolidata esperienza di cromatologia e pittura della realtà, che sfocia in opere di espressionismo astratto, simbolista, che narra storie surreali, con intricati ed intensi tratti di colore.
LE OPERE DI ILARIA MORGANTI
Tra le più belle opere allestite, in olio su tela, di Ilaria Morganti, artista romana nata nel 1975, saltano subito all’occhio per la loro plasticità “Con cosa vuoi che ti paghi”, “Break on through…” e “…to the other side”, ma anche “crash”. Il campo di indagine delle opere è incentrato sul linguaggio della pittura, chiamato in causa sul concetto di illusionismo. La riflessione è sulla natura della pittura e di ciò che essa mostra. Lo scopo di questa meticolosa pittura non è quello di spingere ai suoi limiti estremi la rappresentazione, ma di interrogarla nei suoi stessi presupposti. Tutto è incentrato sulla tela, vera protagonista della ricerca visiva e pittorica che ne mostra le peculiarità e le caratteristiche.
SOSTITUIRE LA REALTÀ
Non c’è solo il piano bidimensionale del supporto: la pittura tende a sostituire la realtà e cerca di simularne la visione a livello ottico così come percepito dai sensi fisici, non limitandosi semplicemente alla dimensione della tela, ma andando oltre. Singolari sono le opere “To come into the word” e “Sagomato n.1” in olio su tela sagomata e “Sospensione” in olio su tela sagomata, e pellicola specchiante. I “Sagomati” suggeriscono una realtà che supera i confini imposti dal supporto tradizionale per invadere un nuovo campo. L’introduzione di un ulteriore elemento (un materiale specchiante) fa oltrepassare l’occhio dello spettatore e rimanda lo sguardo al di là della superficie bidimensionale del quadro, mentre l’introduzione di elementi reali contribuiscono a mescolare la realtà con la finzione della pittura.
ESPOSIZIONI A SAN SALVATORE IN LAURO
I Musei di San Salvatore in Lauro ospiteranno anche alcune opere di Tatsiana Naumčić (Minsk, 1980), pittrice iper realista contemporanea, originaria della Bielorussia e romana di adozione, tutte in olio su tecnica mista su tela di lino. “Di sasso in sasso”, “Plexus”, “Evanescenza” e “Sinuosità” tra le opere del 2019 e del 2020 allestite, affianco alle più recenti “Talisman”, “The fourth kind” e “Wisdom” del 2022. “Libertà” e “femminismo” sono al centro delle sue opere, espresse soprattutto con frutti e fiori esotici in composizioni minimaliste. La sua capacità artistica e il suo talento si manifestano sin dalla prima infanzia. Dopo un passato da arredatrice di interni a Mosca, ambisce di dipingere e vivere a Roma. Nel 2015 riesce a realizzare il suo sogno grazie all’incontro con Luciano Ventrone diventandone l’ultima allieva. Nel 2018 espone le sue opere insieme a quelle del Maestro all’interno della mostra “Luciano Ventrone. Meraviglia ed estasi”, nella chiesa monumentale di San Francesco a Gualdo Tadino (Perugia). Da Luciano Ventrone la Naumcic ha appreso soprattutto “la tecnica”, quella qualità dell’immagine che riesce “a competere” con la fotografia, superandola e abbandonandola nella modalità con cui si esprime tecnicamente.
LUCIANO VENTRONE E LA SUA SCUOLA
Luciano Ventrone e la sua scuola, mostra organizzata e alestita da Il Cigno Arte; curatore Giordano Bruno Guerri; Musei di San Salvatore in Lauro, Piazza San Salvatore in Lauro, 15 Roma; esposizione aperta al pubblico fino al 19 gennaio 2025 dal martedì al sabato dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 16:00 alle ore 19:00, chiuso nei giorni di domenica e lunedì; ingresso gratuito;
Il Cigno GG Edizioni:
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