16 dicembre 2024 – La scorsa settimana il ministro degli Affari esteri algerino Ahmed Attaf ha convocato l’ambasciatore francese ad Algeri, Stéphane Romatet, allo scopo di comunicargli la «ferma disapprovazione» delle autorità del Paese nordafricano di fronte alle «molteplici provocazioni e agli atti ostili nei confronti dell’Algeria» a suo dire posti in essere da Parigi. Tra le accuse figura quella rivolta ai servizi di intelligence della Direzione generale della Sicurezza esterna (DGSE), che avrebbero effettuato un’operazione segreta al fine di reclutare terroristi algerini con l’obiettivo di destabilizzare, accusa il Paese, accusa definita «ridicola» dai francesi. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale algerina APS, mentre la televisione pubblica AL24 la scorsa settimana ha mandato in onda la confessione del trentacinquenne Aissaoui Mohamed Amine, che ha dichiarato come i servizi segreti algerini avrebbero sventato un complotto volto a destabilizzare il Paese nordafricaano ordito dall’intelligence francese. Algeria ha ammonito che non resterà passiva di fronte a questi ripetuti attacchi alla sua sovranità e che assumerà tutte le misure necessarie al fine di contrastare questi tentativi di ingerenza. Dal 30 luglio 2024 i rapporti tra la ex colonia e il suo ex colonizzatore attraversano una nuova crisi provocata della decisione del presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune di richiamare l’ambasciatore del Paese nordafricano a Parigi come protesta per il sostegno fornito da Emmanuel Macron al piano di autonomia marocchino per Sahara Occidentale.