PROFESSIONI, welfare. Il domani della psicologia: previdenza e pensioni

La Cassa degli Psicologi gode di ottima salute, tuttavia, nonostante si siano poste in essere azioni efficaci al fine di migliorare il presente pensionistico e assistenziale degli iscritti il futuro riserva incertezze che non si possono ignorare. Se ne è discusso durante il convegno dell’ENPAP, evento che ha avuto luogo nella mattinata di oggi e del quale è possibile ascoltare alcuni brevi commenti espressi da studiosi, politici ed esponenti apicali della cassa previdenziale di questa categoria

Roma, 2 dicembre 2024 – Cosa accadrà al futuro di pensioni e welfare da qui ai prossimi venti anni? Saranno socialmente efficaci gli strumenti attualmente disponibili? Si tratta di quesiti da porre, poiché nel periodo intercorrente tra il 2045 e il 2050 l’Italia raggiungerà il picco dell’invecchiamento della popolazione e si troverà nel pieno della più grande transizione demografica di tutti i tempi. La Cassa degli Psicologi ha posto tali interrogativi al convegno che ha avuto luogo stamani, inducendo così a una riflessione su quanto fatto negli ultimi dodici anni e su quanto resterà ancora da fare nel futuro, anche in previsione della chiusura dell’importante ciclo gestionale alla cui presidenza (per il terzo mandato consecutivo), c’è Felice Damiano Torricelli. Nel corso dei lavori dell’assise ENPAP, è stato inoltre presentato il rapporto “La previdenza degli Psicologi nel contesto del D. Lgs.103”, curato da Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali.

UN CHECK UP ALLA CASSA PREVIDENZIALE

Se facessimo ora un check up all’Ente, l’esito sarebbe che ENPAP gode di ottima salute, è ancora una cassa con una popolazione giovane e in fase di accumulo di contributi. Dal 2000 al 2023, l’Ente è cresciuto sia in termini di iscritti che di patrimonio. I primi sono passati da 14.653 nel 2000 a 81.761 nel 2023, con una crescita del 458% a netta prevalenza femminile, superiore all’80 per cento. I contributi soggettivi sono cresciuti ogni anno, grazie a un costante aumento del volume d’affari di categoria, che attualmente si attesta a +2 miliardi di euro, e i contributi raccolti da ENPAP sono stati 191 milioni di euro nel 2023. Anche il patrimonio è cresciuto, arrivando a circa 2,7 miliardi accumulati. I pensionati sono passati da 416 nel 2005 a 6.780 nel 2023, con pensioni progressivamente in crescita, anche se l’Ente ha iniziato l’attività nel 1997, quindi le posizioni pensionistiche non hanno ancora raggiunto la loro piena maturità.

DIFFICOLTÀ A VISTA D’OCCHIO

Nonostante le buone notizie, le difficoltà sono a vista d’occhio. Il sistema contributivo italiano che interessa tutti i lavoratori dal 1996, pur garantendo una migliore auto-sostenibilità, rischia di non essere altrettanto efficace in termini di adeguatezza delle pensioni. Perché mette sulle spalle di ciascun lavoratore l’onere di costruire interamente la propria pensione attraverso l’accantonamento di una quota importante dei propri redditi. Onere esposto all’attuale incertezza e discontinuità del lavoro, anche per i liberi professionisti, che rischia di far raggiungere solo parzialmente l’obiettivo di proteggere la società da una povertà diffusa quando si cessa l’attività lavorativa. Ci sono margini di miglioramento? «La sostenibilità, finanziaria e sociale, di un sistema pensionistico dipende dalla demografia, dal mercato del lavoro e dalle regole.

ELEMENTI DI CRITICITÀ

Il Paese, nonostante le riforme, è debole sotto tutti e tre i punti di vista, ma particolarmente sotto i primi due. Il rapido invecchiamento causerà una penuria di giovani; la performance del mercato del lavoro è caratterizzata da bassa occupazione, anche se in aumento, e bassi salari; le regole per il calcolo dei benefici pensionistici, pur ispirate al principio della sostenibilità finanziaria del sistema e della solidarietà coperta dalla tassazione generale anziché dai contributi, sono spesso soggette a cambiamenti di natura elettoralistica. I margini di miglioramento ci sono, ma richiedono una politica lungimirante e capace di dire la verità ai cittadini sul patto generazionale racchiuso nel sistema pensionistico», osserva Elsa Fornero, docente di Economia Politica all’Università degli Studi di Torino.

L’AZIONE DI ENPAP

E mentre si attende che questi margini di miglioramento si palesino, ENPAP cosa ha fatto e cosa sta facendo? «Quando abbiamo iniziato il nostro primo mandato, docici anni fa, abbiamo trovato un Ente con grandi potenzialità e una platea di colleghi iscritti con molti bisogni insoddisfatti. Attraverso l’ascolto delle loro esigenze, e tenendo in considerazione l’obiettivo primario di ENPAP di produrre protezione pensionistica, abbiamo lavorato per rinforzare la tutela sia durante la vita che dopo la cessazione dell’attività professionale. Molto è stato fatto, ma il problema dell’adeguatezza delle pensioni è un tema aperto, che se non affrontato in modo ancora più energico emergerà in futuro in modo sempre più problematico. Sarebbe un errore pensare che il problema dell’adeguatezza riguardi solo una cassa: è un problema di sistema, perché l’attuale sistema previdenziale italiano, conformato così dal 1995 per risolvere un problema di sostenibilità dei conti, non tiene in debita considerazione che il proprio obiettivo primario dovrebbe essere quello di proteggere il Paese da una povertà diffusa», sottolinea Federico Zanon, vicepresidente di ENPAP.

RIVALUTATI I MONTANTI

Felice Damiano Torricelli (presidente ENPAP) al riguardo aggiunge che «rispetto alle pensioni, ENPAP, dal 2015 in poi, rivaluta i montanti in base agli effettivi risultati degli investimenti finanziari, non limitandosi al tasso minimo ISTAT. Questo genera effetti molto positivi sulle pensioni future. Dal 2018, poi, sono stati introdotti i nudge, la spinta gentile a versare maggiori contributi rispetto al minimo obbligatorio, facendo aumentare di dieci volte il numero di iscritti che accantonano volontariamente contributi maggiorati». Una panoramica sul welfare della Cassa è d’obbligo, cosa è stato fatto e cosa ancora si dovrà fare? «ENPAP, negli ultimi dodici anni, ha creato nuove forme di assistenza, potenziando quelle già esistenti. Oggi gli psicologi e le psicologhe possono contare su un sistema di welfare che li assiste nei passaggi più complessi della vita, come la malattia, le calamità naturali, la genitorialità o i gravi problemi familiari, e anche nello sviluppo delle loro potenzialità lavorative, con borse di studio, finanziamenti per realizzare progetti professionali, ricerche di mercato aggiornate, con lo sguardo sempre rivolto alle tematiche di genere, quasi l’85% degli iscritti ENPAP sono psicologhe,  e a liberare le energie professionali delle donne», ricorda Federico Zanon.

IL SISTEMA DI WELFARE

Nel 2021 l’ENPAP, ispirandosi a provvedimenti simili già assunti da altre Casse 103, ha introdotto il Contributo Borse Lavoro, attuato con il Progetto “Vivere Meglio”, che ha avviato la politica welfare in cambio di welfare: a fronte del contributo economico costituito dalla borsa lavoro, gli psicologi assegnatari hanno erogato servizi professionali nel loro territorio. Ciò ha consentito a più di 9.000 cittadini di accedere gratuitamente a trattamenti psicologici innovativi e altamente efficaci per l’ansia e la depressione. «Vivere Meglio è stato costruito e monitorato in collaborazione con le facoltà di Psicologia di diciotto Università italiane. Propone un modello di welfare che mira a dare nuove opportunità lavorative ai singoli psicologi e al contempo indica percorsi sperimentati per ampliare l’accesso ai servizi di psicologia, di cui è sempre più grande il bisogno fra i cittadini. Le prime ricadute tangibili delle sperimentazioni di “Vivere Meglio” sul lavoro degli psicologi, per esempio, si sono concretizzate grazie alla sinergia con EMAPI, con la strutturazione di un prodotto specifico per le cure psicologiche, realizzato dal mercato assicurativo proprio sulla scorta dei dati del nostro progetto – nota Torricelli -, questi interventi di welfare innovativo rivolto al territorio interpretano il ruolo attuale a cui le Casse sono chiamate oggi: sostenere il riposizionamento degli iscritti in modo da intercettare tempestivamente i cambiamenti sociali in corso, con l’effetto di salvaguardare, con la crescita della società, il lavoro dei professionisti».

IL PRESENTE DI ENPAP

La Cassa degli Psicologi gode di ottima salute, tuttavia, nonostante si siano poste in essere azioni efficaci al fine di migliorare il presente pensionistico e assistenziale degli iscritti il futuro riserva incertezze che non si possono ignorare. Se ne è discusso durante il convegno dell’ENPAP, evento che ha avuto luogo nella mattinata di oggi e del quale è possibile ascoltare alcuni brevi commenti espressi da studiosi, politici ed esponenti apicali della cassa previdenziale di questa categoria

A684 – PROFESSIONI, WELFARE: IL DOMANI DELLA PSICOLOGIA IN ITALIA, la previdenza e le pensioni. Cosa accadrà al futuro di pensioni e welfare da qui ai prossimi venti anni? Saranno socialmente efficaci gli strumenti attualmente disponibili?
Si tratta di quesiti da porre, poiché nel periodo intercorrente tra il 2045 e il 2050 l’Italia raggiungerà il picco dell’invecchiamento della popolazione e si troverà nel pieno della più grande transizione demografica di tutti i tempi. La Cassa degli Psicologi ha posto tali interrogativi al convegno che ha avuto luogo il 2 dicembre 2024 a Roma, inducendo così a una riflessione su quanto fatto negli ultimi dodici anni e su quanto resterà ancora da fare nel futuro, anche in previsione della chiusura dell’importante ciclo gestionale alla cui presidenza (per il terzo mandato consecutivo), c’è Felice Damiano Torricelli. Nel corso dei lavori dell’assise ENPAP, è stato inoltre presentato il rapporto “La previdenza degli Psicologi nel contesto del D. Lgs.103”, curato da Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali. Di seguito gli interventi dello stesso ALBERTO BRAMBILLA, seguito da quelli di LUCIANO CIOCCHETTI (parlamentare della Repubblica, vicepresidente della XII Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati), FELICE DAMIANO TORRICELLI (presidente di ENPAP) e FEDERICO ZANON (vicepresidente di ENPAP).
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