Lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal ha iniziato uno sciopero della fame per protesta dopo essere stato arrestato, il 16 novembre scorso all’aeroporto di Algeri, al suo arrivo dalla Francia. Fonti vicine alla sua famiglia indicherebbero il suo attuale stato di salute come «critico». Il suo caso è divenuto emblematico per quanto concerne la privazione della libertà personale e le limitazioni di quella di espressione, una condizione di degrado del livello di garanzia dei fondamentali diritti umani che si continuerebbe a verificare in Algeria. La comunità internazionale continua a mobilitarsi chiedendo la sua immediata scarcerazione, unitamente alla tutela dei suoi diritti fondamentali.
IL CASO SANSAL
L’avvocato François Zimeray, incaricato dalle edizioni Gallimard di patrocinare la difesa di Sansal di fronte al tribunale algerino, ha reso noto nella giornata di ieri che il suo cliente sarebbe stato interrogato da un magistrato della pubblica accusa, aggiungendo tuttavia, di «non disporre di alcuna informazione precisa» riguardo alle condizioni di salute, e neppure di quelle relative alla detenzione, dello scrittore settantacinquenne noto per il suo impegno contro il fondamentalismo religioso, l’autoritarismo e l’antisemitismo. «Finora non ha avuto accesso a un avvocato. Dovrebbero nominargliene uno per il tramite dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Algeri, con il quale ho avuto un incontro ieri», (domenica, n.d.r.). La scelta dovrebbe ricadere su di un legale algerino scelto da Sansal, ha aggiunto Zimeray, sottolineando l’importanza che un patrocinante di sua fiducia «sia in grado di difenderlo in un giusto processo».
LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE
In un articolo pubblicato sabato sul sito web del settimanale “Le Point”, numerosi intellettuali, tra i quali i Premi Nobel Annie Ernaux, Jean-Marie Le Clézio, Orhan Pamuk e Wole Soyinka, oltre a Salman Rushdie e Roberto Saviano, hanno espresso la loro solidarietà e il loro sostegno a Boualem Sansal, chiedendone il rilascio immediato. Si tratta di un movimento di opinione che ha preso avvio per iniziativa di Kamel Daoud, vincitore del Premio Goncourt 2024 per “Houris”, opera che tratta dei massacri del cosiddetto «decennio nero» in Algeria, saggista che è anche editorialista di “Le Point”. Anche altri intellettuali, come Rami Aomar, autore di “La primavera del terrorismo in Algeria”, e Mohamed Sifaoui, giornalista e politologo che in passato ha definito il regime militare algerino uno «stato canaglia», sono al fianco di Sansal. «Non possiamo restare in silenzio – ha egli dichiarato al riguardo -, poiché sono in gioco la libertà, il diritto alla cultura e la nostra vita».
L’ARRESTO DI UN INTELLETTUALE E LO SCONTRO GEOPOLITICO
Intervenendo dalle pagine di “Franceinfo”, Philippe Claudel, presidente dell’Accademia Goncourt, ha giudicato «estremamente preoccupante» il silenzio creatosi attorno alla scomparsa di Boualem Sansal, mentre il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha espresso la sua grande preoccupazione per l’andamento di questa vicenda. Algeri ha replicato attraverso un commento diffuso mediante l’agenzia di stampa ufficiale APS, nel quale, definendo Boualem Sansal un «utile burattino», si accusa la Francia di prendere le difese di un «negazionista che pone in discussione la storia e la sovranità dell’Algeria». va in ogni caso rilevata la temperie nella quale queste dinamiche hanno luogo, quella di un contesto diplomatico tra Francia e Algeria avvelenato a seguito dell’ufficializzazione del sostegno da parte di Parigi al piano di autonomia per il Sahara Occidentale varato dal Marocco, Regno nordafricano confinante con l’Algeria, con la quale da anni vi è in attrito.