«La decisione della Corte dell’Aja sulla Shell è un elemento che rivoluziona le politiche fasulle e green degli ultimi anni. Transizione sì, ma senza imposizioni di percentuali. Siamo di fronte a un verdetto storico che contrasta le tante iniziative e conferenze false e di sola ideologia sulla fine delle fonti petrolifere. La decisione della Corte sulla Shell arriva in concomitanza della COP29 a Baku, ulteriore spreco di denaro con programmi poco realizzabili nei periodi temporali stabiliti».
TRANSIZIONE SÌ, MA SULLA BASE DI PIANI INDUSTRIALI MIRATI
A esprimere un giudizio tranchant al riguardo è Michele Marsiglia, presidente di Federpetroli Italia, organizzazione di categoria degli imprenditori (principalmente ma non esclusivamente) dell’indotto del settore Oil&Gas. «Stiamo investendo da anni in piani di transizione con obiettivi di Net Zero al 2050 – egli prosegue -, ma il tutto deve essere fatto dalle aziende petrolifere con dei piani industriali mirati, non possiamo essere schiavi di pochi attivisti che nulla sanno della materia energetica. La minaccia degli Stati Uniti di uscire dal Trattato Onu di Parigi per ridurre le emissioni darà inizio ad una nuova era dell’industria petrolifera americana e, di conseguenza, alle multinazionali energetiche internazionali».