ECONOMIA, industria. Automotive, verso una partnership FCA-Renault Nissan?

Questa mattina si esprimeranno i francesi. Fiat-Chrysler ha urgente necessità di recuperare terreno, sono necessari investimenti ma non ci sono i soldi, inoltre il gruppo è indietro sull’auto elettrica e su alcune gamme. Se partnership sarà potrà portare a un nuovo polo da 15 milioni di vetture all’anno. Intanto la famiglia Agnelli investe sette miliardi negli Usa nel ramo assicurazioni, per rilanciare FCA ce ne vorrebbero alcune decine.

Fiat Chrysler Automotive (FCA) oggi non ha i soldi per rinnovare le gamme-modello dei propri marchi. Se viene esclusa la Jeep, che ha un gamma nuova e su mercati ben definiti riesce a guadagnare molto, tutto il resto non va benissimo.

Per restare alla Fiat, la 500 vende, la Panda ancora pure, ma inizia a essere un modello vecchiotto, ottime anche le Alfa Romeo Giulia e Stelvio, nella gamma medio-alta, che tuttavia non bastano a mantenere in piedi la baracca. Anche Maserati avrebbe bisogno di un rinnovamento, mentre Ferrari è stata scorporata dal resto del gruppo e viaggia (bene) per conto proprio.

Servono dunque nuovi investimenti, ma nel frattempo l’azionista principale (la famiglia Agnelli-Elkann) due anni fa ha utilizzato sette miliardi della propria liquidità per acquistare un gigante del settore assicurativo (la Partner RE), soltanto relativamente connesso con quello dell’automotive.

Questo è avvenuto in un momento nel quale la “loro” Fiat avrebbe avuto urgente bisogno di una iniezione di liquidità pari a 30-40 miliardi di euro, tenuto anche conto dello sviluppo dell’auto elettrica, una trasformazione dove FCA è molto indietro.

Un aspetto che induce a pensare che grandi azionisti e vertici del gruppo industriale automobilistico evidentemente si attendono che i soldi per un rilancio arrivino da altre fonti. Saranno i francesi della Renault?

I precedenti sono eloquenti, fin dai tempi di Marchionne, quando il manager di origini abruzzesi si rivolse alla General Motors per cercare di ottenere una fusione con la FCA.

Due mesi fa si parlò invece di un possibile matrimonio con PSA (Peugeot Citroën), dove però ci sarebbero state delle sovrapposizioni di prodotto.

L’accordo annunciato con l’altro gruppo francese – che mantiene una, seppur ridotta, partecipazione pubblica al capitale azionario -, accordo del quale non si conoscono ancora i reali termini (scambio azionario? fusione?), offrirebbe invece complementarietà sia di prodotto che di mercati geografici.

Esistono in ogni caso dei limiti che potrebbero derivare dall’accordo e vanno ricondotti alla situazione attuale di Renault-Nissan, poiché quest’ultimo non è un gruppo unico sorto da una fusione o da un assorbimento, ma dal reciproco acquisto di quote azionarie dell’altro (scambio azionario non alla pari: 40% di Nissan e 15% di Renault), con i giapponesi che contestano l’assenza di un loro esponente nel consiglio di amministrazione della società francese.

Si tratta dunque di un’alleanza squilibrata che, oltre a comprendere anche una quota di Mitsubishi, rappresenta pur sempre un gigante che produce oltre nove milioni di veicoli all’anno (a fronte della metà prodotti da FCA), che commercializza in tutto il mondo eccezion fatta per gli Usa (dove però è presente Nissan).

E questa è una delle ragioni che spingerebbe Renault alla partnership con FCA, che per il tramite di Chrysler, Dodge e gli altri marchi minori potrebbe mettere a disposizione la propria rete di distribuzione americana.

Un’intesa che appare dunque indispensabile per FCA, che in assenza di grandi progetti innovativi vede la sua gamma produttiva invecchiare inesorabilmente, questo sulla falsariga del fallimento dei precedenti piani industriali (compresi quelli varati da Marchionne) a causa dalla mancanza dei finanziamenti necessari.

Inoltre, va ricordato che Renault (e anche Nissan) è uno dei pionieri nello sviluppo dell’auto elettrica e dell’ibrido. Dunque per FCA questa paventata intesa potrebbe rappresentare l’ultima occasione.

 

I dettagli e i possibili sviluppi dell’eventuale intesa sono stati trattati nell’intervista con Marco Bertrandi, già parlamentare della Repubblica ed esperto del settore industriale automobilistico, fruibile di seguito in questo sito (A144)

 

 

A144 – AUTOMOTIVE, FCA-RENAULT: VERSO UN NUOVO GRANDE POLO DEL SETTORE? Attese le decisioni del gruppo industriale francese sullo scambio azionario. L’eventuale nuovo polo automobilistico, comprendente i giapponesi di Nissan e Mitsubishi, potrebbe immettere sul mercato fino a 15 milioni di veicoli all’anno. Le criticità di entrambi i partner e le scarse finanze di FCA. E la famiglia Agnelli?

A insidertrend.it parla MARCO BERTRANDI, esperto del settore dell’automotive e già parlamentare del Partito Radicale; l’analisi della FCA prima e dopo la scomparsa di Marchionne: criticità, concrete prospettive e riflessi sul piano occupazionale della possibile partnership con i francesi.

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