a cura dell’Istituto Gino Germani – Un fenomeno che ormai sembra inarrestabile, e che negli ultimi due decenni è cresciuto anche in Italia. Tra i molteplici fattori hanno favorito l’imponente crescita dell’industria dell’intelligence privata a livello planetario due sono di particolare importanza: primo, il potenziamento senza precedenti della Open Source Intelligence (OSINT), che ha accompagnato lo sviluppo di internet e delle nuove tecnologie informatiche e delle comunicazioni, ha accresciuto sempre di più le capacità di ricerca informativa di aziende, gruppi politici, organizzazioni non governative e semplici cittadini; secondo, la diffusione nella società di tecnologie di osservazione e sorveglianza (e di spionaggio e controspionaggio) che prima erano detenute esclusivamente dallo Stato e che nell’epoca attuale diventano sempre più accessibili ad attori non-statali.
IL LATO OSCURO DELLA SOCIETÀ
Secondo il sociologo Antonio Mutti, autore di “Spionaggio. Il lato oscuro della società”, l’espansione dello spionaggio nelle società contemporanee (condotto sia da apparati statali che da soggetti privati) è conseguenza non solo del potenziamento e della diffusione di tecnologie spionistiche e di strumenti di ricerca informativa nel cyberspazio, ma va ricondotto anche all’accelerazione della competizione economica e politica nazionale e internazionale, accompagnata dal declino della fiducia interpersonale e istituzionale. In questo contesto, da una parte si diffonde un fenomeno sociale che è stato denominato «spionaggio fai da te» da Roberto Di Nunzio, studioso di aspetti sociologici dell’Information Warfare. Lo spionaggio fai da te si potrebbe definire come l’adozione, da parte di individui, aziende e organizzazioni private, di tecniche, metodologie e mentalità mutuate dal mondo dell’intelligence istituzionale.
PRIVATE INTELLIGENCE COMPANIES
Dall’altra parte, si assiste alla proliferazione delle Private Intelligence Companies (PIC), che rispondono alla crescente domanda di informazioni, spesso di natura riservata e sensibile, richieste da governi, leader politici, aziende (specie multinazionali), banche e hedge funds, grandi studi legali, partiti e fazioni politiche, lobby, e ovviamente miliardari e celebrità. I clienti spesso richiedono informazioni e analisi sui loro avversari e concorrenti che possono portare le PIC a sconfinare in attività non del tutto legali e a ricorrere a tecniche intrusive di cyber-intelligence e di Humint (HUman INTelligence, reclutamento di informatori umani occulti). Le PIC, inoltre, realizzano operazioni di influenza, disinformazione e psy-ops per clienti aziendali e governativi, comprese azioni tese a screditare determinati individui o organizzazioni, e attività di manipolazione dei social media finalizzate a influenzare l’opinione pubblica. Tra le più importanti multinazionali dell’intelligence privata vanno menzionate Kroll, K2 Integrity, K2 Intelligence, Control Risks, Haklyut, NSO-Group, Black Cube.
I «SERVIZI» OFFERTI SUL MERCATO
Come ha spiegato Giacomo Petroni, esperto anticrimine finanziario presso l’Unità Business Intelligence di Deutsche Bank, nell’ambito di un corso online dell’Istituto Germani dedicato al tema “Spionaggio e ingerenza: le minacce intelligence al sistema-Italia”, le PIC offrono diversi servizi ai loro clienti: investigazioni, asset tracing/asset recovery, cyber-intelligence, opposition research (raccolta informativa su avversari politici per delegittimarli), reputation management/PR. L’espansione delle PIC nel nostro Paese, in assenza di un’adeguata regolamentazione e controllo, accresce i rischi di spionaggio promosso da Stati esteri, o soggetti privati anche italiani, ai danni di imprese e istituzioni nazionali. Alcune PIC possono potenzialmente ricorrere a strumenti illeciti di ricerca informativa e di influenza, trasformandosi così in strutture «deviate» di intelligence che perseguono obiettivi di arricchimento e di potere, o si mettono al servizio di lobby politico-affaristiche dell’area grigia, o di organizzazioni mafiose.
LA DEVIAZIONE DELLE STRUTTURE
Dette strutture deviate di intelligence privata, poi, potrebbero infiltrare e corrompere settori dei nostri apparati di sicurezza in funzione dei propri interessi di lucro. Inoltre, funzionari o fazioni all’interno di tali apparati potrebbero utilizzare una PIC in funzione dei propri interessi di potere. Occorre tenere presente, peraltro, che una PIC potrebbe essere controllata o strumentalizzata da un servizio segreto straniero per condurre operazioni di spionaggio economico, tecnologico, militare o politico nei confronti dell’Italia. Una PIC potrebbe avere tra i propri clienti una società di copertura di un’agenzia di intelligence straniera, alla quale vende informazioni e documenti classificati, mettendo a rischio la sicurezza nazionale e/o la sicurezza e competitività economica del sistema-Italia. In considerazione dei rischi qui sinteticamente elencati i nostri organismi di controspionaggio e contro-ingerenza dovrebbero attenzionare e monitorare maggiormente l’industria dell’intelligence privata a livello nazionale e internazionale.
RISCHI E OPPORTUNITÀ
Lo sviluppo del settore privato dell’intelligence in Italia non è solo fonte di rischi e potenziali deviazioni. Se regolamentato e controllato questo settore potrebbe essere una opportunità e una risorsa per il sistema d’intelligence nazionale, nell’ottica di un potenziamento della collaborazione tra pubblico e privato. Come suggerito da Roberto Di Nunzio, le nostre agenzie di intelligence potrebbero (come per altro già avviene da anni in altri paesi) avvalersi in maniera sistematica della collaborazione delle migliori PIC italiane nelle attività istituzionali di monitoraggio e contrasto delle minacce, sempre più complesse e diversificate, alla sicurezza nazionale.
https://fondazionegermani.org/corso-online-spionaggio-e-ingerenza/