Nell’imminenza delle elezioni presidenziali americane, che poche ore fa hanno visto prevalere con una schiacciante maggioranza il candidato repubblicano ed ex Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, il giornalista e saggista Alan Friedman ha concesso una intervista a Giuseppe Castellini, direttore del Nuovo Giornale Nazionale, che in seguito è stata mandata in onda da diverse emittenti televisive locali italiane mediante la nota formula del format “Le interviste di qualità”.
LA FINE DELL’IMPERO AMERICAANO
Presentando il suo ultimo saggio, “La fine dell’impero americano: guida al nuovo disordine mondiale”, volume edito per i tipi di Galeotti Editore, Friedman ha affrontato il tema relativo agli scenari che potrebbero aprirsi a seguito del risultato del voto per la Casa Bianca. «Sia che vinca Kamala Harris o che vinca Donald Trump cambierà poco – ha dichiarato il giornalista e saggista americano al microfono di Giuseppe Castellini -, poiché la fine degli Stati Uniti è in atto e lo sarà sempre di più a causa soprattutto della radicale divisione interna al Paese».
SCENARI INQUIETANTI
«La coesione sociale è minata alla base – ha sottolineato Friedman – e con la fine della forza dell’America stiamo entrando in una situazione da anni Trenta del Novecento, con meno democrazie e più democrature e regimi, di fatto autoritari. la differenza tra Trump e la Harris risiede nel fatto che a seguito della vittoria del primo si andrà incontro a un forte autoritarismo e pesanti vendette che sorprenderanno per la loro durezza, fattori che renderanno più rapido il declino americano nel mondo».