ESTERI, Golfo Persico (Arabico). Il futuro e la decadenza

Chiunque ha avuto modo di visitare gli Emirati Arabi Uniti per turismo o per lavoro ha potuto apprezzare la dinamicità e il fermento che si respira in ogni ambito lavorativo e di semplice vita quotidiana. DI seguito la fotografia che ne fa Ciro Maddaloni, esperto di e-government internazionale e collaboratore di insidertrend.it attualmente ad Abu Dhabi

Abu Dhabi, 5 novembre 2024; a cura di Ciro Maddaloni, esperto di e-government internazionale –  Se dovesse capitare di tornare negli Emirati Arabi Uniti dopo due o tre anni si noterebbero notevoli differenze rispetto alla precedente permanenza. Questo perché gli Emirati Arabi Uniti sono proiettati verso il futuro, investono nelle risorse umane qualificate e attraggono lavoratori da tutto il mondo. Non soltanto operai necessari alla costruzione delle infrastrutture, ma anche personale iper specializzato destinato a un impiego nei settori della ricerca aerospaziale e dell’intelligenza artificiale.

COME CAMBIA L’ECONOMIA DEGLI EMIRATI

Qualcuno potrebbe essere portato a pensare che tutto ciò sia possibile grazie agli enormi profitti derivanti dalle attività estrattive e alla commercializzazione degli idrocarburi, ma questo era vero in passato, poiché oggi i settori economici che crescono maggiormente sono quelli del turismo e dei servizi ad altissimo valore aggiunto. Moltissime persone stanno investendo negli Emirati Arabi Uniti, luogo dove si continuano a costruire quartieri residenziali per ospitare nuovi residenti, anche sulla base della pianificazione di Dubai e Abu Dhabi relativa all’arrivo di due milioni di nuovi residenti nei prossimi cinque anni.

INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE

Quando si riscontrano eccessivi volumi di traffico automobilistico su una determinata arteria viaria, si provvede a costruire immediatamente un nuovo collegamento autostradale al fine di alleggerire la congestione, infrastrutture associate ad aree verdi presso tutti gli svincoli stradali e ovunque si creino aree abitative e commerciali. Un intervento titanico e costoso, data la pessima qualità del suolo e la totale assenza di pioggia, con temperature estive che superano i cinquanta gradi. Ma gli emiratini non si arrendono: portano lì il terreno, edificano gli impianti di irrigazione e creano comunque l’area verde che poi curano con attenzione allo scopo di rendere gradevole il paesaggio.

I VINCOLI DELLA VECCHIA E CARA EUROPA

Pensiamo a titolo di paragone alla vecchia e cara Europa, dove se si propone di costruire una nuova bretella stradale per alleggerire il traffico in una zona congestionata, immediatamente partono i veti incrociati per impedirne la realizzazione. Veti che possono addurre le ragioni più fantasiose concepibili, quali ad esempio il disturbo della nidificazione di qualche rara specie di volatile che proprio in quel fazzoletto di territorio usa deporre le uova, come se gli uccelli fossero ancorati al suolo e non fossero più in grado di volare per spostarsi di qualche decina di metri. Altro esempio: si è contro la costruzione della nuova arteria stradale perché si devono tagliare degli alberi, come se gli stessi alberi non possano essere ripiantumati altrove.

ASSENZA DI VISIONE NEL VECCHIO CONTINENTE

Insomma per non «disturbare la natura» si decide allora di «uccidere la natura», perché una strada congestionata dal traffico vuol dire ore e ore di fila, con autoveicoli che sputano veleno dai tubi di scarico e consumano carburante, con la popolazione bloccata per ore ogni giorno nel suo percorrere pochissimi chilometri. Un bilancio economico e ambientale che purtroppo non viene quasi mai preso in considerazione, eppure non sarebbe difficile comprendere che, ove si creano colli di bottiglia alla circolazione stradale conseguentemente si genera maggiore inquinamento, consumi di carburante e perdite di tempo per gli automobilisti. L’Europa, tutta l’Europa è fatta così: non c’è visione, non c’è sereno confronto, non si ragiona sulle cose che bisogna fare per vivere meglio e allo stesso tempo tutelare l’ambiente.

NICHILISMO TUTTO CONTINENTALE

Questo nichilismo tutto continentale si rileva in molti casi, ad esempio quando autorevoli esponenti politici auspicano una riduzione dei consumi e invitano a comprare meno abiti nuovi e a non utilizzare l’automobile come soluzione ai problemi ambientali. In effetti è pura utopia pensare di risolvere i problemi ambientali utilizzando meno l’auto. Chi utilizza l’auto lo fa per necessità, per andare a lavorare e per mantenere la nostra società in efficienza; l’uso che se ne fa per turismo costituisce soltanto una parte irrilevante del tempo di utilizzo di questo mezzo di locomozione. Un altro aspetto che non viene minimamente considerato da coloro che auspicano una riduzione dei consumi è quello che ciò implicherebbe per l’economia globale.

SULLE ORME DI JOHN MAYNARD KEYNES

John Maynard Keynes nella sua teoria economica fa riferimento al termine biblico «l’orcio della vedova» per indicare la capacità dell’economia di autoalimentarsi attraverso gli investimenti. Un piccolo stimolo iniziale (l’investimento) può innescare un processo di crescita molto più ampio, mentre il non utilizzo delle risorse provoca disoccupazione e povertà, come avviene in quei paesi africani dove i cittadini hanno una bassissima capacità di spesa. Il risparmio di qualcuno è il mancato guadagno di qualcun altro. Per queste ragioni gli Emirati Arabi Uniti possono fungere da esempio per il mondo intero, in quanto sono riusciti a trasformare il sogno in realtà, attraverso sacrifici e assumendosi molti rischi, scelta che alla fine stata pagante, poiché ha portato alla realizzazione di quel «miracolo» che tutti possiamo ammirare e godere visitando Abu Dhabi e Dubai.

Condividi: