A seguito dell’attacco effettuato nella notte tra venerdì e sabato scorsi dalle Forze di difesa israeliane contro obiettivi di natura militare in Iran, operazione durata circa tre ore e articolata su tre diversi raid che hanno interessato siti nell’area di Teheran, Ilam e Khuzestan, che hanno provocato la morte di quattro militari e un civile, Tel Aviv ha reso noto come l’operazione costituisca una risposta al lancio di missili balistici da parte della Repubblica islamica dello scorso primo ottobre. L’Iran ha definito «limitati» i danni causati dalle forze dello Stato ebraico, con il Ministero del Petrolio che ha sottolineato come nessuno degli impianti petroliferi sia stato danneggiato e che l’attività del settore sta proseguendo regolarmente. La guida suprema della Repubblica Islamica, ayatollah Ali Khamenei, ha commentato l’attacco affermando che non va «né sopravvalutato né minimizzato», mentre il presidente Masoud Pezeshkian ha dichiarato che Teheran «non sta cercando la guerra», ma che darà una «risposta adeguata» all’attacco israeliano. Tra gli esponenti di spicco della Repubblica islamica, c’è chi auspica una risposta dura alla provocazione di Israele e chi cerca di tenere sotto controllo il livello dello scontro. Da una parte, il generale Hossein Salami, comandante del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione islamica (i pasdaran), sostiene che le conseguenze dell’attacco israeliano saranno «amare e inimmaginabili». Ad avviso del portavoce del Ministero degli Esteri di Teheran, Esmail Baghaei, «l’Iran si riserva il diritto di rispondere in conformità con il diritto internazionale», poiché «crediamo che la diplomazia possa ancora essere una soluzione per prevenire la diffusione della guerra nella regione».
Diversi paesi arabi, come Egitto, Libano, Iraq e Qatar, hanno espresso la propria condanna contro l’attacco israeliano. Allo stesso modo, la Giordania ha criticato l’operazione e ha affermato che il suo spazio aereo non è stato utilizzato dai velivoli con la stella di Davide. Bahrein, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti hanno a loro volta espresso solidarietà all’Iran, senza però esplicitamente menzionare Israele, questo mentre gli Stati occidentali hanno quasi unanimemente convenuto sulla «relativa moderazione» dell’attacco israeliano, esortando le parti a porre fine una volta per tutte all’escalation che sta minacciando l’intera regione. Teheran ha intanto ottenuto di tenere una sessione speciale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ha avuto luogo oggi, grazie al sostegno di Algeria, Cina Popolare e Federazione Russa.