MEDIA, guerra e informazione. Striscia di Gaza: Israele denuncia la collaborazione tra Hamas e Al Jazeera

Dopo aver rivelato l'affiliazione all’organizzazione terroristica islamista palestinese di sei giornalisti dell’emittente televisiva satellitare con sede nel Qatar, ieri le froze armate israeliane hanno reso di pubblico dominio ulteriori documenti che indicherebbero la stretta collaborazione tra Hamas e Al Jazeera. Si tratterebbe di istruzioni dettagliate relative, tra l’altro, al divieto di criticare Hamas nei servizi trasmessi, occultare informazioni riguardo ai lanci di razzi falliti e stabilire una linea di comunicazione sicura tra le due parti

Dell’argomento ne ha riferito la giornalista Einav Halabi in un suo articolo pubblicato il 24 ottobre 2024 da “ynet news”, https://www.ynetnews.com/article/hksfq6dgjg. Nel resoconto che ella ne fa, emerge come uno dei documenti risalente al 2022 descriva le modalità mediante le quali Hamas avrebbe impartito chiare istruzioni ad Al Jazeera su come coprire un fallito lancio di razzi della Jihad islamica palestinese avvenuto a Jabaliya, satellite a forte antropizzazione di Gaza City, azione a seguito della quale morirono numerosi palestinesi.

DIVIETO DI UTILIZZO DI VOCABOLI SCOMODI

Tra le direttive figurava inoltre il divieto di usare il termine «massacro» nei servizi giornalistici per descrivere l’incidente, unitamente al consiglio di ridurre al minimo il numero di immagini trasmesse in video al fine di impedire le critiche ad Hamas. «Consigliamo di contattare la leadership della Jihad islamica per conoscere le linee guida dell’organizzazione e sottolineare i suoi sforzi nella produzione e nello sviluppo di capacità», avrebbe scritto in una propria comunicazione Hamas inviata all’emittente televisiva del Qatar.

NASCONDERE I FALLIMENTI DEILANCI DI RAZZI

Un altro documento risalente al medesimo anno rivela le istruzioni che Hamas impartì al giornalista Tamer Almisshall riguardo alla copertura mediatica da lui data alla Jihad islamica in occasione dell’operazione Breaking Dawn nel corso del suo programma “More Hidden than Revealed”. Egli, sulla base del documento reso noto dagli israeliani, avrebbe dovuto «sostenere la resistenza a Gaza» e impedire qualsiasi critica riguardo alle capacità missilistiche della Jihad islamica, questo alla luce dell’elevato numero di lanci falliti. Un documento redatto nel 2023 evidenzierebbe come Hamas avesse stabilito una una linea telefonica sicura per comunicazioni classificate con Al Jazeera, al quale fare ricorso in particolare nel caso di emergenze.

UNA COPERTURA MEDIATICA PILOTATA

«I documenti rivelano come Hamas abbia pilotato la copertura mediatica di Al Jazeera al fine di servire i propri interessi, impedendo al pubblico di Gaza e di tutto il mondo di scoprire la verità sui suoi crimini contro i civili nella Striscia», si afferma in un comunicato ufficiale diffuso dalle Israel Defense Force (IDF). In seguito, il primo ministro e ministro degli Affari eteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim al-Thani, richiesto di una replica alle accuse mosse dalle IDF all’emittente televisiva satellitare del suo emirato, concernenti il ​​coinvolgimento dei giornalisti di Al Jazeera con Hamas, ha commentato «che sarà Al Jazeera ad agire qualora nelle affermazioni di Israele contro i suoi giornalisti ci sia del vero».

LA REPLICA DI AL-THANI ALLE ACCUSE ISRAELIANE

In seguito, nel corso di una conferenza stampa successiva al suo incontro con il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha aggiunto che, in ogni caso, «queste accuse dovrebbero venire considerate con scetticismo», concludendo che in Qatar «siamo molto orgogliosi di Al Jazeera e della copertura che fa della guerra», poiché «Al Jazeera opera secondo i più alti standard internazionali di giornalismo e non vi è alcuna giustificazione nell’attaccare dei giornalisti che operano nelle zone di guerra e le scuse per farlo sono inaccettabili». Allo specifico riguardo, anche il Segretario di Stato americano Blinken è stato richiesto di una opinione sulla delicata questione, ma la sua risposta è stata «di non poter verificare le affermazioni fatte dagli israeliani».

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