AUTOMOTIVE, Stellantis. Crisi del settore, delocalizzazione e lavoro in pericolo: grande manifestazione indetta dai sindacati nella Capitale

Ventimila lavoratori scesi in piazza a Roma per difendere l’occupazione, il lavoro e tentare di rilanciare il futuro dell’industria dell’auto: «Cambiare marcia e accelerare verso un futuro più giusto». Ma su quali prospettive di investimento si potrà fare affidamanto per ottenere questo risultato? «L’Unione europea sia coerente e conseguente rispetto il percorso di elettrificazione – chiedono i sindacati - e stanzi tutte le risorse necessarie a sostenere il settore e a rendere la cosiddetta transizione sostenibile». Intanto, il ministro dell’Industria e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha reso noto di avere convocato per l’ennesima volta l’azienda nel dicastero di via Molise

Grandissima adesione allo sciopero nazionale del settore automotive indetto da Fim, Fiom, Uilm con l’obiettivo di  difendere l’occupazione, il lavoro e per rilanciare il futuro dell’industria dell’auto in Italia e in Europa. Ventimila lavoratori provenienti da tutta Italia hanno manifestato a Roma insieme protestando sotto le bandiere delle maggiori sigle sindacali del comparto metalmeccanico, Uilm, Fiom Cgil e Fim Cisl.

SERI RISCHI CONNATURATI A QUESTA CRISI

La crisi del settore automotive rischia di provocare effetti devastanti per la produzione e l’occupazione. Sono urgenti risposte da parte dell’Unione europea, del Governo e di Stellantis e delle aziende della componentistica. «L’Unione europea sia coerente e conseguente rispetto il percorso di elettrificazione – chiedono i sindacati – e stanzi tutte le risorse necessarie a sostenere il settore e a rendere la cosiddetta transizione sostenibile. Il Governo deve assumersi le sue responsabilità e svolgere un ruolo decisivo. Non è più rinviabile il coinvolgimento della Presidenza del Consiglio, del presidente di Stellantis John Elkann e dell’amministratore delegato Carlos Tavares, che insieme alle organizzazioni sindacali, determinino le prospettive dell’automotive nel nostro Paese, per poter dare risposte ai lavoratori degli stabilimenti Stellantis e delle aziende della componentistica».

NECESSARI ADEGUATI VOLUMI PRODUTTIVI A SATURAZIONE DEGLI IMPIANTI

«Il piano industriale di Stellantis – proseguono i sindacati Uilm, Fiom e Fim nel loro comunicato congiunto – deve prevedere missioni produttive in grado di saturare tutti gli stabilimenti, nonché investimenti in ricerca e più in generale negli enti centrali e invertire la tendenza di cassa integrazione favorendo nuove assunzioni». Questi i primi dati parziali di adesione allo sciopero rilevati in alcune aziende: il 100% alla Lear di Grugliasco, alla Industria Italiana Autobus di Bologna e Flumeri (Avellino), alla Marelli di Caivano (Napoli), alla Maserati di Modena, negli stabilimenti Stellantis di Melfi e di Pratola Serra; il 95% allo stabilimento Stellantis di Pomigliano e alla Dumarey di Pisa; oltre il 90% alla Tiberina; il 90% allo stabilimento Stellantis di Cassino e alla Marelli di Bologna; l’85% allo stabilimento Stellantis di Mirafiori; l’80% alla Bosch di Bari; il 75% alla Denso di Chieti; il 70% alla Marelli di Sulmona e alla Trigano di Siena. Infine, il 66% alla VM di Cento e il 63% allo stabilimento Stellantis di Verrone.

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