AFRICA, Corno d’Africa. La «triplice alleanza» contro l’Etiopia

L’intesa sul piano della sicurezza tra Eritrea, Somalia ed Egitto rischia di isolare ulteriormente l’Etiopia aumentando le possibilità di un conflitto

Il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud si è recato recentemente in visita in Eritrea e lo ha fatto lo stesso giorno nel quale vi si recava il suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi.

IL VERTICE TRILATERALE IN ERITREA

Un vertice a tre che ha avuto luogo in una fase particolarmente caratterizzata da un clima di crescente tensione tra Mogadiscio e Adis Abeba. Scopo di esso, ad avviso del governo del Cairo, è stato il consolidamento della stabilità e della sicurezza nel Corno d’Africa e nel Mar Rosso, con l’Egitto che sostiene la Somalia contro il vicino di quest’ultima, l’Etiopia, paese impegnato nella realizzazione della gigantesca diga idroelettrica a monte del fiume Nilo, il GERD.

ISOLAMENTO DELL’ETIOPIA

Le relazioni tra Somalia ed Etiopia si sono ulteriormente deteriorate all’inizio dello scorso mese di gennaio a seguito della firma apposta su un memorandum d’intesa da i rappresentanti dell’Etiopia e di quelli della regione separatista del Somaliland, un atto che Mogadiscio ha considera un attacco alla sua sovranità. I termini di questo accordo pongono Adis Abeba nelle condizioni di fruire nei termini della locazione di venti chilometri di costa del Somaliland per un periodo di cinquanta anni, divenendo così indipendente dall’Asmara per quanto concerne l’accesso al mare.

INCREMENTO DELLA TENSIONE NELLA REGIONE

Ma, anche con l’Eritrea l’Etiopia ha registrato un incremento del livello di tensione, questo malgrado il sostegno fornito dall’Asmara alle forze armate etiopi nel corso del conflitto con i ribelli del Tigray, combattuto tra il 2020 e il 2022. Durante il vertice in Eritrea i tre Stati africani hanno concordato di rafforzare le loro relazioni al fine di promuovere la stabilità regionale, tuttavia, la regione del Corno d’Africa si frantuma sempre più in zone sotto il controllo di attori antagonisti tra loro, supportati in diversa misura dall’esterno.

CONTRASTI LIMITATI AL PIANO POLITICO E DIPLOMATICO

Si tratta di uno sviluppo negativo nelle relazioni regionali, che contrasta con la fase iniziale del governo del primo ministro etiope Abiy Ahmed, caratterizzata dal miglioramento delle relazioni fra i tre Stati africani. Un accordo che nei suoi termini evidenzia il contrasto dell’Etiopia, a partire dalla ricerca di uno sbocco marittimo strategico di quest’ultima. Per il momento contrasti e atriti si limitano a estrinsecarsi sui piani diplomatici e politici, evitando confronti militari diretti che avrebbero conseguenze catastrofiche, tenuto conto anche dei conflitti in atto nel vicino Sudan e delle diverse, serie criticità che affliggono l’Egitto.

IL RISCHIO DI ESCALATION

Tuttavia, nulla esclude che il clima di sfiducia e di assenza di relazioni conduca a un incremento del livello della tensione, prodromo di una possibile escalation sul piano militare. Un accordo che ingenera interrogativi riguardo al futuro della missione dell’Unione africana in Somalia, il cui rinnovo dovrebbe avvenire nel gennaio del 2025. A quel punto Mogadiscio potrebbe chiedere il ritiro delle truppe etiopi, rendendo così difficili anche gli sforzi di mediazione profusi dalla Turchia. Un irrigidimento delle rispettive posizioni potrebbe indurre Adis Abeba ad assumere una posizione intransigente nei confronti dei suoi avversari coalizzatisi ai suoi danni per frustrarne le ambizioni regionali.

Condividi: