INDUSTRIA, crisi siderurgia. Arvedi-Ast: ancora dubbi e incertezze sul futuro, ma speranza dei sindacati su seguito vertenza

Ad avviso di Gambardella e Lucchetti (Uilm), «è positivo l’impegno di Urso su Terni nel cercare una soluzione positiva», mentre Valerio D’Alò e Simone Liti (rispettivamente segretario nazionale e segretario generale Umbria della Fim Cisl) «permangono addensate ancora alcune nubi sulla concretizzazione dell'accordo di programma». Le dichiarazioni sono state rese a seguito dell’incontro intercorso tra le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali che ha avuto luogo alla presenza del ministro dell’Industria e del made in Italy, Adolfo Urso, il cui tema è stato l'avanzamento degli investimenti del gruppo Arvedi nel sito siderurgico umbro

Roma, 9 ottobre 2024 – «L’incontro di oggi, richiesto da tempo dalla Uilm con le altre sigle sindacali, non ha dissipato completamente i dubbi e le incertezze sulle prospettive industriali di Acciai Speciali Terni e sulla tempistica della firma dell’Accordo di programma, nonostante le dichiarazioni ottimistiche del ministero su una fase avanzata della stesura dell’atto». Questo l’incipit nella dichiarazione dei due dirigenti sindacali della Uilm.

UNA CONDIZIONE DI INDETERMINAZIONE

«A fronte di questa condizione di indeterminatezza – hanno poi essi proseguito – abbiamo però registrato la piena esposizione del ministro Urso che in prima persona ha confermato il suo impegno nel portare a conclusione positiva la vertenza. Gli elementi acquisiti, dalle dichiarazioni dai rappresentanti del dicastero rese nella riunione, sono stati quelli della conferma dei 240 milioni di euro di finanziamento da parte del Mimit e del Mase; l’accordo con il Comune di Terni per la discarica e la messa in sicurezza dei suoli; la possibilità di strumenti finanziari per calmierare il prezzo dell’energia fino alla scadenza nel 2029 delle concessioni della centrale idroelettrica, scadenza nella quale si potranno individuare strumenti strutturali per la riduzione dei costi energetici».

IL PROBLEMA DEI COSTI DELL’ENERGIA

«L’azienda ha dichiarato di voler confermare il piano industriale – riferiscono Gambardella e Lucchetti -, il volume degli investimenti e il mantenimento dei livelli occupazionali, pur ribadendo la necessità di avere quanto prima una soluzione strutturale del prezzo dell’energia. Non vogliamo in alcun modo sentite parlare di un ridimensionamento sia del piano industriale che del sito ternano, perché questo territorio ha già pagato. Come Uilm abbiamo richiamato ancora una volta le istituzioni al senso di responsabilità per una rapida soluzione della vertenza da cui dipende il futuro dell’intera città ed il destino di migliaia di famiglie. Abbiamo, infine, chiesto di poter effettuare un incontro di monitoraggio del piano industriale, in sede aziendale, per verificarne lo stato di attuazione; i rappresentanti di Arvedi hanno già convenuto di incontrarci il prossimo 30 ottobre a Terni. Ci attendiamo, nel più breve tempo possibile, la convocazione della conferenza dei servizi presso il Mimit».

«NO PAPER» SULLA SIDERURGIA

Questa invece l’opinione di Fim Cisl, espressa da Valerio D’Alò e Simone Liti (rispettivamente segretario nazionale e segretario generale Umbria del sindacato): «Il ministro, nota che accogliamo con estremo favore, ha comunicato la volontà di redigere, come fatto per l’automotive, un No paper sulla siderurgia in quanto l’attuale meccanismo del Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) può penalizzare pesantemente le aziende siderurgiche europee. Il dottor Calabrò conferma gli impegni del Governo nell’accompagnare il piano di investimenti e la realizzazione dell’accordo di programma, non da meno, un percorso che assicuri un costo calmierato dell’energia fino al 2029. Di visione opposta il Sindaco di Terni che si definisce lontana la firma di un accordo di programma accusando gruppo Arvedi di ricattare il territorio sulla stipula dello stesso».

INVESTIMENTI DA PORTARE A TERMINE

«L’azienda da parte sua conferma la volontà di portare a termine gli investimenti così come programmati con 240 milioni impegnati su efficientamento degli impianti, 140 milioni su interventi impiantistici, 27 milioni su elettrolizzatori, 109 su salute e sicurezza, 411 milioni su acciaio magnetico. Come Fim – proseguono i due sindacalisti Fim – abbiamo lanciato un allarme al governo. Queste continue contraddizioni tra le istituzioni locali e le aziende coinvolte non aiutano il confronto e la realizzazione degli investimenti, anzi, possono solo danneggiare e rallentare i tempi di rilancio e dell’occupazione. Questo si sta verificando a Terni ma anche a Piombino e a Taranto, tutte situazioni in cui le istituzioni locali e le aziende coinvolte, non lavorano insieme per favorire gli investimenti ma anzi, li penalizzano scaricando di fatto sui lavoratori e le loro famiglie i costi che devono continuare a sopravvivere attraverso gli ammortizzatori sociali».

TERNI, TARANTO, PIOMBINO

«Per questo – essi concludono -abbiamo chiesto di definire un percorso che ci porti alla discussione di dettaglio del piano industriale, anche alla luce delle sue modifiche emerse e che il Governo eserciti la sua influenza perché le parti coinvolte possano addivenire a un accordo di programma, con l’obiettivo comune di creare le giuste condizioni di rilancio del sito garantendo al contempo le condizioni di sostenibilità ambientale e la piena occupazione con l’utilizzo degli impianti di produzione di laminati, fucinati e tubi».

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