È prematuramente morto ieri a Nairobi all’età di soli 48 anni dopo una lunga malattia, Binyavanga Wainaina, lo ha annunciato il suo fraterno amico Tom Maliti, presidente del Kwani Trust (che pubblicava l’omonima rivista “Kwani”) fondato dallo stesso Wainaina.
Autore di importanti articoli critici sui luoghi comuni che caratterizzano la visione del continente africano (”How to write about Africa, How not to write about Africa”) e di un fortunato memoir , pubblicata in Italia con il titolo ”Un giorno scriverò di questo posto è stata editata nel 2013 da 66thand2nd. Nel 2014 la rivista “Time” lo incluse tra i 100 uomini più influenti del pianeta, dopo che in Uganda (paese natale di sua madre) e in Nigeria, a seguito del varo di leggi persecutorie nei confronti degli omosessuali in Uganda, aveva deciso di rendere nota il suo orientamento sessuale. Lo fece in maniera indimenticabile e commovente: «I am homosexual, mum».
Il capitolo mancante della sua opera, quello in cui Binyavanga immagina di raccontare alla madre, da poco scomparsa – di essere omosessuale, suscitò reazioni in tutta l’Africa travalicandone anche i confini e facendo dello scrittore e uno dei più inusitati e al contempo autorevoli attivisti gay mondiali.
La sua intelligenza trascendeva ogni etichetta, la sua voglia di vivere era irresistibile, il suo talento letterario immenso eppure accogliente e ora incompiuto.
«Qui a 66thand2nd lo amavamo tutti – affermano gli editori italiani dello scrittore kenyota – e poterlo pubblicare nel nostro Paese è stato un grande onore. Era un uomo buono e dolce, ci mancherà moltissimo».