ISRAELE, guerra. Attacco missilistico iraniano: cosa riserva il futuro

Del conflitto in atto nel Medio Oriente e, più in generale delle dinamiche internazionali, si è discusso nel corso del convegno che ha avuto luogo il 30 settembre scorso a Roma presso l’Hotel delle Nazioni, in Piazza Monte Citorio: Il pogrom del 7 ottobre 2023 e la risposta israeliana secondo il Diritto internazionale; il documento Amicus curiae dell’High Level Military Group (HLMG) alla Corte Penale Internazionale. Un evento del quale è possibile ascoltare di seguito la registrazione audio integrale (A667), organizzato dall’Associazione Italia -Israele di Savona, dalla Fondazione Luigi Einaudi e dal Transatlantic Friends of Israel. Dal Rapporto dell’HLMG discusso in quella sede da un panel di analisti, militari, giornalisti ed esponenti della società civile, è emersa la sostanziale condizione che attualmente caratterizza gli scenari mondiali, quella della complessa e proteiforme ridefinizione degli equilibri in un ambiente dove la geopolitica è all’anno zero

In Israele le sirene hanno suonato ancora, ma stavolta per segnalare alla popolazione il cessato allarme dopo che gli iraniani avevano attaccato direttamente il territorio dello Stato ebraico con il lancio di 181 missili, che hanno cagionato la morte di un palestinese a Gerico, in Cisgiordania e il ferimento di alcuni cittadini israeliani a causa della caduta di schegge e detriti. Tuttavia, stando al resoconto delle forze armate di Gerusalemme non sarebbero state danneggiate le basi aeree della Israel Air (and Space) Force, che evidentemente rientravano tra gli obiettivi di Teheran. La maggior parte dei vettori iraniani sono stati intercettati dai sistemi antimissile israeliani, statunitensi e giordani, mentre alcuni impatti isolati si sono verificati nel settore meridionale e in quello centrale dello Stato ebraico.

MISSILI, ANTIMISSILI ED ESERCIZI DI RETORICA

Per Teheran è l’ennesima dimostrazione di forza, che però si ritiene presuma un immediato ritorno a una (giocoforza revisionata) guerra sottotraccia, quella che ormai si combatte da anni principalmente attraverso il ricorso ai proxi, evitando una esposizione diretta con la potenza regionale antagonista. Era evidente che i vertici della Repubblica Islamica non avrebbero potuto perdere la faccia dopo gli ultimi eclatanti fatti verificatisi, dunque necessitavano di un’azione dimostrativa muscolare che, per quanto pericolosa nei termini dell’innesco di effetti incontrollabili, è comunque in grado di venire riassorbita. E infatti, ecco puntuale la dichiarazione di un elemento apicale del regime iraniano, stavolta il ministro degli Esteri Abbas Araqchi, che postando un messaggio su “X” e ricorrendo al consueto indefettibile esercizio di retorica, ha però inviato un messaggio molto chiaro ai suoi interlocutori belligeranti (sembrerebbe un ossimoro, ma purtroppo non lo è…): «L’Iran ha esercitato il proprio diritto di autodifesa contro Israele e la sua azione si concluderà, a meno che il regime israeliano non decida di compiere ulteriori ritorsioni».

I PROCLAMI DI UNIFIL

Intanto, nella giornata di ieri l’UNIFIL (United Nation Interim Force in Lebanon) aveva ammonito Gerusalemme riguardo a una possibile azione di terra (che comunque poi c’èstata, seèppure ancora non si registrino accesi combattimenti diretti tra unità di Tsahal e miliziani di Hezbollah), rendendo noto che «qualsiasi attraversamento della Linea Blu (quindi sconfinamento in Libano) avrebbe violato la sovranità territoriale di Beirut oltreché della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite». Sempre UNIFIL, aveva altresì preso atto della precedente notifica da parte israeliana della determinazione a intraprendere attività militari terrestri «limitate» in Libano. Mediante un proprio comunicato, UNIFIL ha infine chiarito che, malgrado gli sviluppi della situazione nel Paese dei cedri, i caschi blu avrebbero comunque mantenuto le proprie posizioni.

ARRIVA «MAMMA MARINA» E I SUOI MARINES

Nella regione mediorientale gli Stati Uniti d’America stanno potenziando il proprio dispositivo militare. Ulteriori contingenti di truppe sono stati rischierati nell’area di crisi, mentre altre unità sono state poste in pre-allarme. Domenica scorsa il segretario alla Difesa Lloyd Austin aveva disposto che la portaerei USS Abraham Lincoln e i cacciatorpediniere della sua Flotta continuassero a incrociare in quelle acque. Una direttiva emanata pochi giorni dopo che il gruppo d’attacco della portaerei USS Harry S. Truman aveva salpato dal porto della Virginia per fare rotta verso i mari caldi. Due portaerei in Medio Oriente, dunque. A questo poderoso dispiegamento di forze vanno inoltre aggiunti gli assetti aerei che il Pentagono ha annunciato che invierà nei prossimi giorni in Medio Oriente, a fronte della permanenza dell’USS Wasp Amphibious Ready Group nel Mediterraneo orientale, che annovera le unità anfibie USS New York e USS Oak Hill, velivoli F-35B dell’USMC e migliaia di Marine pronti a effettuare operazioni di evacuazione di civili dal Libano, qualora si dovesse rendere necessario.

IL CONVEGNO ROMANO DELL’HLMG

Sempre domenica scorsa, US Centcom ha reso noto che a seguito di una serie di attacchi aerei effettuati il 16 e il 24 settembre sulla Siria dai velivoli militari statunitensi, erano stati uccisi 37 miliziani di al-Qaeda e di Islamic State (IS), tra i quali figurerebbero anche alcuni leader combattenti. Nel corso del dispiegamento durato nove mesi e prorogato per due volte, il gruppo d’attacco della portaerei USS Dwight D. Eisenhower nel Mar Rosso ha lanciato 135 missili da crociera Tomahawk contro obiettivi Houthi nello Yemen, mentre gli F/A-18 imbarcati sulla USS Eisenhower hanno colpito con i loro armi numerosi obiettivi a terra. Del conflitto in atto nel Medio Oriente e, più in generale delle dinamiche internazionali, si è discusso nel corso del convegno che ha avuto luogo il 30 settembre scorso a Roma presso l’Hotel delle Nazioni, in Piazza Monte Citorio: Il pogrom del 7 ottobre 2023 e la risposta israeliana secondo il Diritto internazionale; il documento Amicus curiae dell’High Level Military Group (HLMG) alla Corte Penale Internazionale.

SCENARI E INTERROGATIVI

Un evento del quale è possibile ascoltare di seguito la registrazione audio integrale (A667), organizzato dall’Associazione Italia -Israele di Savona, dalla Fondazione Luigi Einaudi e dal Transatlantic Friends of Israel. Dal Rapporto dell’HLMG discusso in quella sede da un panel di analisti, militari, giornalisti ed esponenti della società civile, è emersa la sostanziale condizione che attualmente caratterizza gli scenari mondiali, quella della complessa e proteiforme ridefinizione degli equilibri in un ambiente dove la geopolitica è all’anno zero. Con particolare riferimento alla regione mediorientale e a Israele, sono state affrontate diverse tematiche di interesse, tutte stimolate da inquietanti interrogativi: si è di fronte a un Diritto «customizzato» contro lo Stato ebraico? Un eventuale attacco militare in profondità nel Libano quanto potrebbe concretamente degradare le capacità militari di Hezbollah (e Amal)? Una guerra del genere riporterebbe indietro il Paese dei cedri di diciotto anni? Dopo la decapitazione dei vertici di Hezbollah, per le forze armate israeliane si è aperta una finestra di opportunità per annichilire il loro nemico? Quanto è profondo in Iran lo scollamento, anche tra i sostenitori della Repubblica Islamica, tra chi considera l’oneroso sostegno a Hezbollah una distrazione di risorse e chi, invece, rinviene nell’organizzazione sciita libanese un formidabile strumento di proiezione di potenza militare? Quali sono le cause dell’insufficienza dell’azione di UNIFIL? È ora possibile estendere gli Accordi di Abramo? E, infine: nel mondo è in atto una guerra universale alla democrazia?

A667 – STRATEGIE E CONFLITTI, ISRAELE IN GUERRA: SITUAZIONE E SCENARI FUTURI. Del conflitto in atto nel Medio Oriente e, più in generale delle dinamiche internazionali, si è discusso nel corso del convegno che ha avuto luogo il 30 settembre scorso a Roma presso l’Hotel delle Nazioni, in Piazza Monte Citorio: Il pogrom del 7 ottobre 2023 e la risposta israeliana secondo il Diritto internazionale; il documento Amicus curiae dell’High Level Military Group (HLMG) alla Corte Penale Internazionale.
Un evento organizzato dall’Associazione Italia-Israele di Savona, dalla Fondazione Luigi Einaudi e dal Transatlantic Friends of Israel. Dal Rapporto dell’HLMG discusso in quella sede da un panel di analisti, militari, giornalisti ed esponenti della società civile, è emersa la sostanziale condizione che attualmente caratterizza gli scenari mondiali, quella della complessa e proteiforme ridefinizione degli equilibri in un ambiente dove la geopolitica è all’anno zero.
Con particolare riferimento alla regione mediorientale e a Israele, sono state affrontate diverse tematiche di interesse, tutte stimolate da inquietanti interrogativi: si è di fronte a un Diritto «customizzato» contro lo Stato ebraico? Un eventuale attacco militare in profondità nel Libano quanto potrebbe concretamente degradare le capacità militari di Hezbollah (e Amal)? Una guerra del genere riporterebbe indietro il Paese dei cedri di diciotto anni? Dopo la decapitazione dei vertici di Hezbollah, per le forze armate israeliane si è aperta una finestra di opportunità per annichilire il loro nemico? Quanto è profondo in Iran lo scollamento, anche tra i sostenitori della Repubblica Islamica, tra chi considera l’oneroso sostegno a Hezbollah una distrazione di risorse e chi, invece, rinviene nell’organizzazione sciita libanese un formidabile strumento di proiezione di potenza militare? Quali sono le cause dell’insufficienza dell’azione di UNIFIL? È ora possibile estendere gli Accordi di Abramo? E, infine: nel mondo è in atto una guerra universale alla democrazia?
Sono intervenuti: MARCO SCURRIA (senatore della Repubblica), ANDREA CANGINI (giornalista, senatore della Repubblica), BRUNO GAZZO (presidente dell’Associazione Italia-Israele), CRISTINA FRANCO (avvocato, esponente dell’Associazione Italia-Israele Savona), FIAMMA NIRENSTEIN (giornalista; intervento da remoto da Gerusalemme), GIULIO TERZI DI SANTAGATA (già ministro Plenipotenziario, attualmente senatore della Repubblica), FABIO MARIO ANGELICCHIO (giornalista; moderatore del dibattito), VINCENZO CAMPORINI (generale, già capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare italiana), PAOLO CAPITINI (generale, analista), GIUSEPPE MORABITO (generale in ausiliaria dell’Esercito italiano, membro del Direttorio della NATO Defense College Foundation), LUIGI CHIAPPERINI (generale dell’esercito in ausiliaria), GERMANO DOTTORI (analista), FRANCO MODIGLIANI (esponente della Comunità ebraica di Milano).
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