I ribelli sciiti yemeniti Houthi, sostenuti dall’Iran, hanno affermato di aver lanciato un attacco ai loro nemici sauditi per mezzo di un drone bomba. Il piccolo velivolo senza pilota recante una carica esplosiva è stato indirizzato contro l’aeroporto di Najran, che al suo interno ospita anche una base militare.
Riyadh ha confermato di aver subito l’attacco, che è stato effettuato in un momento di particolare tensione nell’adiacente (ma collegato) teatro del Golfo Persico, con Teheran che annuncia di voler quadruplicare la sua capacità di arricchimento dell’uranio nel quadro del suo programma nucleare e gli Usa che inviano le loro navi militari.
Il vertice della Repubblica islamica, presidente Rouhani in testa, si starerebbe preparando ad affrontare un inasprimento della guerra economica già in atto con Washington e il resto degli alleati di quest’ultima e, parallelamente, gioca tutte le sue carte.
Anche sul tavolo del nucleare, fissando una scadenza per il 7 luglio, data entro la quale l’Europa dovrà stabilire nuovi termini dell’intesa, oppure l’arricchimento dell’uranio verrà portato a un livello vicino a quello idoneo agli impieghi in campo militare.
E poi ci sono le proxi war, sanguinose e dimenticate come quella yemenita. Il canale satellitare di informazione “al-Masirah”, riconducibile agli houti, ha reso noto che martedì scorso per mezzo di un drone Qasef-2K è stato colpito un deposito di armi situato all’interno dell’aeroporto saudita di Najran.
Najran, 840 chilometri a sud-ovest di Riyadh, località presso il confine dell’Arabia saudita con lo Yemen, nel passato è stato ripetutamente preso di mira dalle milizie houthi alleate dell’Iran.
Dal canto loro, i sauditi – per bocca del portavoce della coalizione militare guidata da Riyadh, il colonnello Turki al-Maliki -, affermano che si è trattato soltanto di un tentativo di attacco a un sito civile, senza tuttavia specificare altro.
In passato, attacchi del genere hanno scatenato reazioni nella forma dei bombardamenti aerei, che hanno esposto i sauditi a dure critiche da parte della comunità internazionale a causa dei massacri di civili che ne sono derivati.
Ma Najran non sarebbe un semplice aeroporto civile che ospita alcuni velivoli dell’aeronautica saudita, poiché – lo riferisce il quotidiano “New York Times” – gli analisti dell’intelligence Usa che assistevano le forze armate di Riyadh, oltre a un distaccamento di forze speciali americane, avevano la loro base proprio all’interno di quel perimetro aeroportuale saudita. Pentagono e CENTCOM (il Comando militare centrale Usa), seppure incalzati dalla stampa al riguardo, non hanno però espresso ancora alcun commento sulla notizia.
La scorsa settimana gli Houthi avevano sferrato un attacco coordinato mediante UCAV (aerei senza pilota da combattimento) contro un oleodotto saudita.