ENERGIA, petrolio. Prezzi al barile in crescita dopo innalzamento tensione in Medio Oriente

Ad avviso di Michele Marsiglia, presidente di Federpetroli Italia, l’incremento sui mercati viene contenuto attraverso una forte offerta saudita e un blocco dei tagli da parte dei Paesi Opec+

«Sale il petrolio a causa dell’incremento della tensione in Medio Oriente, comunque il prezzo permane a livelli contenuti in ragione della forte offerta di greggio da parte dell’Arabia Saudita e dell’abbandono della politica dei tagli voluta dall’Opec+».

EFFETTO DOMINO

Questo il commento espresso oggi da Michele Marsiglia, presidente di Federpetroli Italia, intervenuto sul tema. «La situazione in Medio Oriente è il fattore dominante – ha egli aggiunto -, poiché l’escalation del conflitto e l’uccisione del leader di Hezbollah determina un effetto domino su altri paesi esportatori di greggio a forte presenza sciita e vicina al Partito di Dio libanese».

LE PROSPETTIVE DI MERCATO

«Assisteremo a un punto di forza fondamentale solo con un ritorno sopra i 72,50 dollari a barile – ha concluso il presidente di Federpetroli Italia -, mese positivo per Wall Street con diverse società petrolifere statunitensi. in forte rialzo a fronte di acquisizioni strategiche, preoccupa paura possibile recessione. Mercato del gas al TTF stabile sui livelli a 38,00 Euro MWh. Restiamo in attesa dell’apertura dei pozzi libici e nuova immissione di greggio sul mercato, così come annunciato anche dagli inviati delle Nazioni Unite».

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