Gli organi di giustizia svedesi incaricati delle indagini in ordine alle accuse di stupro formulate nei confronti di Julian Assange – che ha sempre negato ogni addebito -hanno richiesto oggi l’emissione di un mandato d’arresto contro il co-fondatore di WikiLeaks.
Lo ha annunciato un esponente della pubblica accusa svedese, secondo quanto riferito stamane dal quotidiano francese “Le Figarò”. Qualora venisse concretamente emesso, il mandato di arresto costituirebbe il primo passo del procedimento giudiziario destinato a perfezionarsi nella richiesta di estradizione di Assange dal Regno Unito alla Svezia.
Lo scorso 13 maggio gli inquirenti di Stoccolma avevano riaperto il caso in ordine alle accuse di stupro mosse nei confronti dell’attivista di cittadinanza australiana, che risalivano al 2010. Assange si trova attualmente agli arresti in Gran Bretagna, dopo l’espulsione dall’ambasciata ecuadoregna a Londra, dove aveva trovato asilo.
La procuratrice Eva-Marie Persson ha reso noto che se il tribunale accorderà la richiesta d’arresto sul sospetto caso di stupro, lei farà richiesta di un mandato d’arresto europeo.
Sul «padre» di WikiLeaks, attualmente detenuto in carcere per violazione degli obblighi derivanti dalla libertà su cauzione, sta scontando una pena detentiva di cinquanta settimane.
Tuttavia, sul suo capo pende anche una richiesta di estradizione degli Usa, che lo accusano di aver diffuso documenti riservati. Secondo il magistrato svedese, le autorità britanniche dovranno decidere se esistono conflitti tra il mandato d’arresto europeo e la richiesta di estradizione americana.