LIBIA, equilibri militari sul campo. Tripoli riceve i nuovi droni turchi Bayraktar Akinci

I satelliti da osservazione hanno rilevato la presenza di alcuni droni (Unmanned Combat Aerial Vehicle, UCAV) sul sedime degli aeroporti di Mitiga (Tripoli) e di Misurata. Si tratterebbe del ben noto Bayraktar Akinci, ceduto presumibilmente alle forze del Governo libico di accordo nazionale (GNA, riconosciuto dalle Nazioni Unite) dai turchi. Gli analisti ritengono che nello scenario libico questa fornitura costituisca un importante incremento delle capacità militari di Tripoli, oltre al fatto che il blocco delle forniture di armamenti alle fazioni che si sono combattute (e tuttora sposradicamente si combattono) viene sistematicamente violato. Ad avviso dei commentatori di “Military Balance+”, testata sulla quale lo scorso 15 agosto è stata diffusa la notizia, questo è altresì un indice dell’attuale riarmo in corso da parte delle due principali fazioni rivali nel Paese nordafricano. Tripoli starebbe lavorando anche alla sofisticazione della sua struttura di supporto della propria componente di sistemi a pilotaggio remoto

In precedenza, questo genere di sistema d’arma ha svolto un ruolo importante nel corso della guerra civile libica, infatti, sia le forze del GNA che quelle loro nemiche, cioè l’autoproclamato Esercito nazionale libico (LNA) del generale Khalifa Haftar, hanno ampiamente fatto ricorso a velivoli senza pilota in missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR) oltreché di attacco al suolo. In particolare, il Bayraktar TB2 di produzione e fornitura turca ha consentito al GNA di ridurre sensibilmente la pressione esercitata dalle formzioni avversarie sulla capitale libica. Ma anche le forze di Haftar hanno impiegato droni in combattimento, in particolare i Wing Loong I e Wing Loong II di produzione cinese forniti loro dagli Emirati Arabi Uniti (EAU).

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