SICUREZZA, antipirateria. Il caso giudiziario dell’Enrica Lexie e Del St. Antony

Il 15 febbraio di dodici anni fa nelle acque contigue dell’Unione Indiana si compiva la tragedia del peschereccio oggetto del fuoco di alcuni componenti del nucleo militare di protezione imbarcato su di una nave mercantile italiana. A perdere la vita furono due pescatori del Kerala, a sparare dei fucilieri di Marina del Raggruppamento Anfibio San Marco, legittimati da una legge entrata in vigore soltanto alcuni mesi prima. Essi ritennero che l’imbarcazione che il mercantile stava incrociando stesse compiendo una manovra di arrembaggio e conseguentemente aprirono il fuoco a scopo dissuasivo, ma uccisero per sbaglio i due uomini che si trovavano a bordo. Sul controverso caso a distanza di tanti anni è voluto ritornare un contrammiraglio in congedo, Diego Abbo, autore del saggio “Il caso giudiziario dell’Enrica Lexie e Del St. Antony”; insidertrend.it lo ha intervistato (registrazione audio A656) chiedendogli se ancora oggi sussistono elementi che non sono noti ma in grado di fare ulteriore luce sulla vicenda. Se esistono delle verità nascoste e se egli sia a conoscenza di eventuali nuovi elementi relativi alla dinamica dei fatti che potrebbero ancora venire alla luce

Il 15 febbraio di dodici anni fa nelle acque contigue indiane (estese fino a 24 miglia dalla costa) si compiva la tragedia del peschereccio St. Antony, oggetto del fuoco di alcuni componenti del nucleo militare di protezione (NPM) imbarcato sulla nave mercantile italiana Enrica Lexie.

MORTE DI DUE PESCATORI INDIANI

A perdere la vita furono due pescatori di cittadinanza indiana, Ajesh Pink e Jelestine Valentine, la causa fu il tiro effettuato dai fucilieri di Marina in forza al Raggruppamento Anfibio San Marco, che, avendo attribuite in virtù di una legge della Repubblica Italiana allora da poco varata (la Legge n.130/2011) le funzioni di antipirateria, ritenendo che l’imbarcazione condotta dai due pescatori fosse in realtà un natante che stava compiendo una manovra di arrembaggio del mercantile, aprirono il fuoco a lato di esso a scopo dissuasivo. Ma i proiettili dei loro fucili d’assalto Beretta in calibro 5,56 mm NATO, che erano (e sono ancora in parte) armi di ordinanza delle Forze armate italiane, presumibilmente per effetto del cosiddetto spiattellamento attingevano i corpi dei due indiani cagionandone la morte.

IL «CASO DEI DUE MARÒ»

Questa è per sommi capi la sintesi del fatto che in seguito diede origine al controverso e strumentalizzato «caso dei due marò», una brutta vicenda originata da un dramma che, a sua volta, rinveniva le sue potenziali radici in una legge nata male e frutto di una intesa tra lo Stato e gli armatori. Una vicenda che vide il governo di allora (insediatosi dopo quello durante il quale la Legge 130 prese vita) spaccarsi, con i titolari dei dicasteri direttamente interessati rimpallarsi le responsabilità o procedere in assenza di coordinamento. Insomma, una brutta storia frutto di scontri politici e internazionali, con la spada di Damocle pendente sull’industria che da New Delhi aveva ottenuto importanti commesse. Non  sono certamente pochi gli elementi poco chiari, alcuni rimasti ancora oscuri poiché celati da segreto. Dopo dieci anni di indagini condotte dalla magistratura i due fucilieri della Marina militare italiana accusati di omicidio colposo (reato poi derubricato in preterintenzionale) videro l’inchiesta a loro carico definitivamente archiviata dalla Procura della Repubblica di Roma. Permangono gli interrogativi e gli spunti di riflessione su un caso dai risvolti umani che ha immediatamente assunto le dimensioni non soltanto giudiziarie, ma anche politiche, diplomatiche e militari.

SPUNTI DI RIFLESSIONE

Su di esso, dopo tanti anni, è voluto ritornare un contrammiraglio in congedo, Diego Abbo, autore del saggio “Il caso giudiziario dell’Enrica Lexie e Del St. Antony”, che insidertrend.it ha intervistato (registrazione audio A656 disponibile di seguito), il quale ritiene che ancora oggi sussistano elementi in grado di fare ulteriore luce sulla controversa vicenda. A lui, nel corso dell’intervista, è stato dunque chiesto se esistono delle verità nascoste e se sia a conoscenza di nuovi elementi relativi alla dinamica dei fatti che potrebbero ancora venire alla luce. Il verdetto del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Alfonso Sabella – afferma il contrammiraglio Abbo -, è stato emesso dopo la pronuncia del Tribunale dell’Aia che ha condannato l’Italia per violazione della libertà di navigazione, scatenando un turbine di domande riguardo alla verità celata dietro gli eventi e i poteri in gioco».

INTERROGATIVI SENZA RISPOSTA

La condanna dell’Italia ha sollevato interrogativi sulle motivazioni e sulle dinamiche che hanno portato a tale decisione – prosegue al riguardo l’ufficiale di Marina autore del saggio -, alimentando sospetti sulla possibile esistenza di una verità nascosta e sulla reale influenza dei vari attori coinvolti nella controversia. L’analisi di questo intricato caso giudiziario va sviluppata attraverso una ricerca strutturata su quattro distinti piani metodologici: da un approccio descrittivo documentale che delinea i fatti utilizzando documenti provenienti da fonti aperte, si procede al dominio correlativo, ponendo in luce le interconnessioni tra i vari documenti; la terza fase, di natura ermeneutica, è l’interpretazione profonda dei fatti nel tentativo di chiarire i contesti, le intenzioni nascoste e le dietrologie contaminate; infine, il quarto livello, che è di natura esplicativa, elabora schemi di spiegazione che puntano a garantire la veridicità dei risultati ottenuti. Chi ha tenuto le redini di questo enigma? Quali forze hanno plasmato il destino della controversia marittima?».

INFO

autore: Diego Abbo

titolo: Il caso giudiziario dell’Enrica Lexie e Del St. Antony

editore: Book Sprint

formato libro: 220×312

pagine: 556

ISBN: 9791256592456

anno di pubblicazione: 2024

prezzo: euro 36,90

A656 – SICUREZZA, ANTIPIRATERIA: IL CASO GIUDIZIARIO DELL’ENRICA LEXIE E DEL ST. ANTHONY. Il 15 febbraio di dodici anni fa nelle acque contigue dell’Unione Indiana si compiva la tragedia del peschereccio oggetto del fuoco di alcuni componenti del nucleo militare di protezione imbarcato su di una nave mercantile italiana.
A perdere la vita furono due pescatori del Kerala, a sparare dei fucilieri di Marina del Raggruppamento Anfibio San Marco, legittimati da una legge entrata in vigore soltanto alcuni mesi prima. Essi ritennero che l’imbarcazione che il mercantile stava incrociando stesse compiendo una manovra di arrembaggio e conseguentemente aprirono il fuoco a scopo dissuasivo, ma uccisero per sbaglio i due uomini che si trovavano a bordo. Sul controverso caso a distanza di tanti anni è voluto ritornare un contrammiraglio in congedo, DIEGO ABBO, autore del saggio “Il caso giudiziario dell’Enrica Lexie e Del St. Antony”; insidertrend.it lo ha intervistato chiedendogli se ancora oggi sussistono elementi che non sono noti ma in grado di fare ulteriore luce sulla vicenda. Se esistono delle verità nascoste e se egli sia a conoscenza di eventuali nuovi elementi relativi alla dinamica dei fatti che potrebbero ancora venire alla luce (registrazione audio del 13 agosto 2024).
Condividi: